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Parco Regionale del Delta del Po
Via G. Marconi 6 45012 Ariano Polesine (RO)
Tel. 0426372202 Fax. 0426373035
Web : www.parcodeltapo.org
E-mail : info@parcodeltapo.org

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Il Polesine è stato, in passato, una terra dalle condizioni ostili.
Oggi l'areale compreso fra l'Adige e il Po è invece uno dei luoghi più fertili d'Italia, in primis per le sfaccettature che ha trovato la caratterizzazione produttiva, quindi colturale ed economica.

Il Parco Regionale del Delta del Po (classe '97) che onnicomprende i comuni di Adria, Ariano nel Polesine, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po e che ha sede a Ariano nel Polesine, tutela e promuove questi luoghi padani che avvolgono il grande fiume, il quale dopo aver ricevuto le acque da ben 75 affluenti di sinistra, ovvero affluenti provenienti dalle Alpi, quali la Dora Riparia, la Dora Baltea, il Sesia, il Ticino, l'Adda, l'Oglio, il Mincio e affluenti di destra, ovvero provenienti dall'Appennino (maggiormente carichi di detriti) come il Tanaro, il Trebbia, il Taro, il Secchia e il Panaro, sfocia nella provincia di Rovigo fra Venezia e Ferrara, tra il fiume Adige (Rosolina Mare) a nord e la sacca di Sacardovari (Gorino e Gnocca) a sud.

Il territorio è particolarissimo, grazie ad un alternarsi di ambienti diversi che si susseguono dalla terraferma al mare; fra dune fossili, argini, golene, lagune, valli da pesca e scanni che si intervallano in fazzoletti dediti alla viticoltura - Merlot e Incrocio Manzoni i vitigni del territorio - e aree dedite invece alle produzioni agricole e alle colture orticole del territorio, come il riso (la cui coltivazione risale al 1450), il Melone del Delta Palesano, il celeberrimo Radicchio Rosso di Chioggia - nato dal Radicchio Variegato di Castelfranco e identificato successivamente come Variegato di Chioggia - e le produzioni ortofrutticole di Rosolina (da segnalare il Centro Sperimentale "Po di Tramontana" di Rosolina) con gli impianti di coltivazione biologica di frutta e ortaggi.
Il paesaggio agricolo di questo Parco di 12.000 ettari, quindi, è solcato dai rami principali del Po, dell'Adige e dai loro canali, ed è principalmente dedito alle enormi distese coltivate a mais e soia.

Oltre alle attività agricole, viticole e ortofrutticole, la mitilicoltura è sempre presente e grazie a questa in tutte le stagioni è possibile assistere alla semina ed alla raccolta dei mitili. In dicembre cade poi il periodo della "Fraima", quando si pescano cefali, branzini, orate e anguille.

L'itinerario consigliato intorno a questo bacino idrografico è di archeonatura e prevede una tappa al Museo Archeologico Naturale di San Basilio, dove è possibile osservare reperti etruschi, greci e romani. Il territorio sotto tutela vanta inoltre la presenza del Giardino Botanico Litoraneo di Porto Caleri, importante realtà con annesso un centro visite dotato di biblioteca naturalistica ed erbario, racchiudendo in circa 24 ettari i principali ecosistemi lagunari, con i loro tratti di foresta dunale, lagune aperte, dune fisse, macchie a ginepro, pinete e praterie: 220 le specie botaniche censite e tre i sentieri didattici per la visita.

Una peculiarità: questo Parco si è rivelato l'habitat ideale dello storione (tre le specie presenti in Italia: lo storione Cobice Acipenser naccarii, il comune Acipenser sturio e il più raro storione ladano Huso huso) che si trova nella parte settentrionale dell'Adriatico, del Po e parte dei suoi affluenti; in favore del quale è in corso fino al 2007 un progetto finanziato dall'Unione Europea per l'incremento dello storione adriatico, iniziativa che coinvolge 16 enti cofinanziatori e che punta all'aumento delle popolazioni naturali di questa specie nei principali corsi d'acqua che sfociano nell'Adriatico settentrionale.


Iole Piscolla