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Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campiglia
Via Brocchi 7 Pratovecchio (AR)
Tel. 0575.50301 Fax 0575.504497
Web : www.parcoforestecasentinesi.it
E-mail : info@parcoforesetecasentinesi.it

Sede della Comunità del Parco
Via Neretti 3 Santa Sofia (FC)
Tel. 0543971375 Fax. 0543973034

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Quello delle foreste casentinesi è un ampio e vasto comprensorio che abbraccia circa 40.000 ettari, cui partecipa oltre la Romagna, il Casentino, ed un ristretto areale del Mugello, comprendendo ben quattro province: Forlì, Cesena, Arezzo e Firenze. Rappresenta, a detta di molti, il cuore dell'Appennino ed un livello di salvaguardia che ha pochi eguali in Italia.

In primis tra le sue peculiarità c'è un fitto bosco, verdissimo d'estate per poi acquistare in autunno una serie di variabili cromatiche che lasciano stupefatti. La particolare orografia, il clima, il tipo di vegetazione ed altitudine ci porta a parlare di boschi e non di bosco: molto particolare è la vegetazione della foresta di Abeti bianchi altissimi (arrivano a oltre 30 m di altezza) anche per il particolare valore mistico che i monaci di Camaldoli riservavano a tali essenze boschive.
Altresì i giganti del Parco, ovvero i secolari faggi in colonna che arrivano a coprire i monti sin sui crinali di faggete. Si abbinano a tali "giganti" una quantità multiforme di boschi misti: dall'acero riccio, al frassino, all'agrifoglio, al maggiociondolo alpino, all'olmo montano.

Nascosta da tali e tanti boschi la flora non è da meno in quanto la foresta conta ben oltre mille specie di cui numerose rare ed alcune rarissime: molte di tali specie le ritroviamo nella Riserva Naturale Integrata di Sasso Fratino, la prima istituita in Italia. Un'area selvaggia tutelata già dal 1959. Sasso Fratino è un luogo privilegiato di osservazione, una sorta di "laboratorio naturale" a cielo aperto.
Altra realtà non minore è la riserva della Pietra, porzione dell'antica foresta granducale, dove rocce e dirupi ospitano numerose ed indisturbate piccole creature.

Il capriolo c'è sempre stato in tali foreste e non è difficile osservarlo in prati e radure, altresì l'imponente cervo, reintrodotto nel 1840. In tardo autunno non è difficile imbattersi in piccoli branchi in direzione del fondovalle in cerca di quelle libagioni che, in alta quota, non trovano.
Il territorio del parco è caratterizzato in una serie di sentieri che si sviluppano in ben 300 km di strade sterrate, ben segnalate, o vecchi tratturi di montagna con luoghi di sosta e piccole aree attrezzate, rifugi adatti agli escursionisti ed una serie di tabelle cartografiche ben poste ed esaurienti.
In questo areale è presente ovunque il castagno, che nella denominazione Marrone del Mugello ha ottenuto la Igp (la cui principale area di produzione si trova nei comuni di Londa e San Godenzo); molto praticato è l'allevamento bovino, con le vacche di razza Chianina sul versante toscano e la Romagnola sull'altro versante. Qui sono stati ripristinati gli allevamenti di alcune razze rustiche indigene a rischio di estinzione e alcune razze suine pregiate.


Iole Piscolla