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Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena
Via Giulio Cesare 7 La Maddalena (SS)
Tel. 078.979021
Web : www.lamaddalenapark.it
E-mail : info@lamaddalenapark.it

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Il mare è tra i più seducenti del mondo. Entra dolcemente in un arcipelago costituito da sette isole maggiori, la Maddalena, Caprera, S.Stefano, Spargi, Budelli, S.Maria e Rossoli e da moltissimi isolotti e scogli di natura granitica e scistosa. Fra questi la Maddalena è, di fatto, l'isola principale e in quanto tale da il nome all'intero arcipelago.

La geomorfologia del territorio è caratterizzata da rilievi modesti e rocce di natura granitica puntellate da forme di erosione eolica e marina. Le forme delle terre emerse sono caratterizzate pertanto da rilievi di tipo Inselberg, ovvero ammassi granitici di tipo Thor e superfici caricate e tafonate di grande estensione sia lungo le coste, sia nelle parti più interne dell'isola; caratterizzati da rilievi granitici configurati con connotazioni quasi alpine, vocate alle attività agro-pastorali.
Questi splendori fanno parte del Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena, il primo parco nazionale della Sardegna, l'unico in Italia costituito da tutto il territorio di un solo comune.

Fortunatamente l'arcipelago è giunto fino ad oggi disabitato, se si eccettua l'isola principale, dove sorge la città omonima e l'agglomerato di Stagnali a Caprera e circa 20 abitazioni nella ristretta area di Santa Maria, abitate solo nel periodo estivo.
Un certo francesismo caratterizza questi luoghi: durante le vicende che caratterizzarono la Rivoluzione Francese la Maddalena fu sottoposta a molteplici attacchi, e alle seguenti occupazioni vi partecipò anche Napoleone; in seguito divenne la base di operazioni della flotta inglese dell'ammiraglio Nelson. Dal 1887 al 1947, insieme a La Spezia e Taranto, la Maddalena è stata una delle principali basi marittime d'Italia. Mentre l'isola di Caprera veniva acquistata nel 1854 da Garibaldi che ne faceva nel tempo la sua dimora prediletta, tranne brevi intervalli fino alla sua morte; dopo di che fu ceduta dagli eredi allo Stato Italiano.

Se si fa accezione per queste occupazioni, l'arcipelago è arrivato fino a noi quasi disabitato e ciò ha permesso di preservare integro un ambiente sia terrestre che marino unico, dove le stesse maree sono dolci e non deturpano minimamente la limpidezza ed il colore del mare.
La spiaggia rosa è il simbolo del Parco; la famosa spiaggia che subiva il periodico saccheggio di sabbia rosa da parte dei bagnanti che avevano l'abitudine portare a casa intere bottiglie di sabbia rosa; per impedire la scomparsa del caratteristico colore rosa, uno dei primi provvedimenti effettuati dall'Ente Parco al momento del suo insediamento, è stato appunto quello di tutelare integralmente la spiaggia rosa, chiudendola alla balneazione, al transito e all'ancoraggio delle imbarcazioni, proprio con l'obiettivo di ripristinare gli assetti naturali e recuperare così l'estetica del paesaggio.
La vegetazione è particolarmente rigogliosa, profumata dalla stessa macchia mediterranea; si sposa come d'incanto alle spiagge rosa conformate in suggestive calette.

Tonno, aragoste e bottarga di muggine si mescolano piacevolmente nei piatti della tradizione locale con funghi e selvaggina. Pastorizia e agricoltura forniscono ottimi formaggi e la cucina, seppur semplice, è particolarmente gustosa: il mondo agro-pastorale la influenza dandogli sapore e conferendogli un tono più deciso: protagonisti della tavola sono le zuppe, le minestre, gli gnocchetti di semola conosciuti come malloreddus, i ravioli imbottiti di formaggio di pecora e il pane carasau.


Iole Piscolla