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Il tappo a vite Stelvin è il vincitore della sfida del Chiaretto!

Si è svolto a Cavaion (Verona) lo scorso 5 Luglio la sfida che ha visto come partecipanti due insoliti protagonisti: il vecchio tappo in sughero e il nuovissimo tappo a vite Stelvin. Matilde Poggi, produttrice e titolare dell’Azienda Agricola Le Fraghe, ha infatti deciso di mettere a confronto la tecnica di tappatura Stelvin con il tradizionale metodo del sughero. Scopo di questo particolare test è stato capire se effettivamente il nuovo sistema sia riuscito a preservare meglio la freschezza e il piacevolissimo bouquet del Bardolino Chiaretto Rodon 2007 prodotto da Le Fraghe. Caratterizzato dal colore rosso cerasuolo con intensi riflessi violacei, questo vino si presenta solitamente al naso con un’elegante complessità di aromi freschi e fragranti. Si riconoscono dapprima le avvolgenti note floreali della rosa canina, emergono poi i sentori fruttati delle fragoline di bosco e ribes che vanno a chiudere un gradevolissimo quadro olfattivo.

Il 27 Febbraio 2008 due terzi del vino, prodotto con uve Corvina e Rondinella, sono stati imbottigliati e tappati con tecnica Stelvin mentre il rimanente terzo di produzione è stato tappato con il tradizionale sughero. Il vino aveva all’imbottigliamento gli stessi livelli di solforosa. Nel tardo pomeriggio dello scorso sabato 5 luglio, a Cavaion presso l’Azienda Agricola Le Fraghe è iniziata la degustazione del vino Bardolino Chiaretto Rodon 2007 chiuso con i due tappi, Stelvin e sughero, a circa quattro mesi dall’imbottigliamento. Gli enologi presenti hanno constatato che i due differenti tipi di chiusura, il tradizionale tappo in sughero e il moderno tappo a vite, hanno influito in modo molto significativo nella maturazione del vino in bottiglia, rendendo i vini molto differenti tra loro sia per quanto riguarda l’aspetto puramente visivo, ossia il colore, ma soprattutto anche
sotto l’aspetto organolettico, ossia all’olfatto e al gusto. Dal punto di vista del colore, il Chiaretto tappato con il tappo a vite Stelvin si è presentato come se fosse stato imbottigliato da pochi giorni: ha infatti preservato in modo identico il colore di petali di rosa che mostrava fin dalla sua nascita.

Di contro il colore del Chiaretto tappato con il tradizionale sughero ha perso la vivacità dei suoi riflessi violacei, manifestando invece nuovi toni tendenti all’arancione, che apportavano al vino un senso di staticità. L’aspetto visivo, molto importante per un vino rosato più che per ogni altra tipologia di vino, ha fin da subito dimostrato che il vino in bottiglia ha avuto sicuramente un rapporto diverso con l’esterno a seconda del tipo di chiusura adottato: con il tappo a vite infatti il vino si è mantenuto intatto, con quello in sughero invece lo scambio d’ossigeno che avviene tramite questo materiale (per niente inerte) ha apportato una leggera ossidazione che gli ha fatto perdere le sue caratteristiche originarie. Anche all’olfatto si sono avvertite immediatamente le differenze fra i due diversi tipi di chiusura. Se inizialmente il Chiaretto imbottigliato con il sughero sembrava essere più invadente , mentre quello imbottigliato con il tappo a vite si presentava più chiuso, pochi secondi dopo averlo versato, il Chiaretto chiuso a vite Stelvin è esploso al naso con tutta la sua fragranza e la sua freschezza, ricca dei sentori floreali della rosa canina che si amalgamano alla perfezione con quelli fruttati delle fragoline di bosco.

Il vino tappato a sughero invece si è presentato più evoluto e più maturo. Si attesta quindi che l’ossigeno passato attraverso il tappo a sughero abbia avuto un’influenza molto negativa su questa tipologia di vino: esso è colpevole dell’evoluzione negativa del complesso aromatico, che ha perso le caratteristiche di freschezza e fragranza. Il gusto ha confermato pienamente le differenze: il Chiaretto tappato con il tappo a vite ha mantenuto la propria freschezza, fatta di una ricercata armonia tra la sua salinità e il suo perfetto
equilibrio acidico/tannico. Questa caratteristica gli conferisce oltre che una buona persistenza anche un’ottima serbevolezza. Il Chiaretto tappato a sughero si è presentato invece leggermente più stanco, più maturo, con una sensazione di allappamento. Anche queste differenze sono dovute ad un differente apporto in ossigeno che il vino ha subito con i due diversi sistemi di chiusura. Il tappo a vite, non facendo passare ossigeno, ha consentito al vino di mantenere intatte le proprie caratteristiche ; il tappo in sughero ha favorito quel leggero scambio di ossigeno che è bastato per modificare soprattutto la struttura tannica, che per un rosato è assai delicata, facendogli perdere in parte l’equilibrio armonico iniziale. Alla luce di tutte queste considerazioni viene spontaneo dichiarare vincitore di questa sfida il Bardolino Chiaretto Rodon 2007 chiuso con il tappo a vite Stelvin, nell’attesa di confermare questa vittoria in occasione della prossima degustazione.