Recensione Volume di Matteo Rossi
In questi ultimi anni, gli studiosi di economia aziendale si sono frequentemente confrontati con lo studio di nuovi modelli di gestione per le imprese che operano in settori tradizionali. Da questo punto di vista il valore aggiunto che l’Università del Sannio può offrire al suo territorio di riferimento è quello di studiare un comparto, come quello vitivinicolo, che pur avendo una presenza storica e un peso sostanziale nell’agricoltura sannita, non ha ancora espresso tutto il suo potenziale in termini di aziende sufficientemente forti e competitive nei mercati internazionali. In questa prospettiva va letto il contributo di un giovane studioso come Matteo Rossi, già brillante studente e oggi apprezzato docente dell’Ateneo Sannita. Il volume (Strategie competitive del settore vitivinicolo. Analisi del settore in Campania), pubblicato per i tipi dell’Aracne, è il frutto di una ricerca approfondita che ha inteso analizzare le strategie competitive delle imprese vitivinicole campane, confrontandole con quelle dei principali concorrenti italiani e stranieri.
Per ciascuno dei casi analizzati, l’autore ha verificato il processo strategico e la coerenza tra la strategia e struttura organizzativa, soffermandosi poi sui fattori critici di successo per quelle imprese che possono essere enumerate fra i casi di eccellenza della enologia campana. Dalle sue analisi, Rossi, trae importanti considerazioni circa il futuro dei produttori campani. Il settore, infatti, nelle fasce di prodotto a basso prezzo unitario (ma a più elevati volumi di vendita) si presenta caratterizzato da ridotte barriere all’entrata ed elevate barriere all’uscita. Questo si traduce in una redditività bassa e rischiosa. Occorre, pertanto, puntare soprattutto sulla qualità, per poter competere nei settori di nicchia dei vini di prezzo più elevato, dove i prodotti italiani in generale, ma i campani in special modo, possono contare sulla presenza di importanti vitigni autoctoni da valorizzare. La strategia, cosi ben individua, si dimostra, tuttavia, di difficile implementazione a causa dell’eccessiva frammentazione dell’offerta e di inevitabili carenze manageriali, dovute principalmente alle ridotte dimensioni delle imprese campane, che non consentono il necessario volume di investimenti nell’organizzazione interna dell’impresa e nella promozione esterna del prodotto.
Le conclusioni di Rossi sono, comunque, improntate all’ottimismo, indotto proprio dalla constatazione che alcune imprese sono riuscite ad operare con successo in un ambiente competitivo complesso, dandosi un assetto manageriale efficiente e perseguendo strategie di differenziazione produttiva efficaci. Si tratta, dunque, di saper apprendere dai casi di successo e instaurare una proficua collaborazione con le Istituzioni e le imprese di altri settori, creando le fondamentali economie di sistema, che potrebbero collocare il prodotto vino al centro di un insieme più vasto di attività, trasformandolo in un elemento di caratterizzazione del territorio. L’Università, da parte sua, prova a contribuire con ricerche come quella di Matteo Rossi e di molti altri studiosi impegnati nell’economia del prodotto vino.