Cia Alessandria: posizione critica sulla modifica del disciplinare della Docg "Asti"
Il 27 maggio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 123 il Decreto del 5 maggio 2008 emanato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali avente per oggetto “Modifica del disciplinare di produzione della DOCG dei vini «Asti». “La modifica – dichiara Carlo Ricagni, Presidente Provinciale della CIA di Alessandria – si sostanzia nell’inserimento dell’intero territorio del Comune di Asti nell’ambito della zona di produzione della DOCG «Asti»”. “Di per se – prosegue Ricagni – non ci sarebbe nulla di strano, anzi è da chiedersi come mai, fino ad oggi, il territorio del capoluogo che porta lo stesso nome del vino non facesse parte di quelli ammessi dal disciplinare. Credo che molti pensassero che già c’era, associando il nome di «Asti», oltre che alla provincia anche alla città”. “Quello che ci lascia perplessi – sottolinea il Presidente della Confederazione italiana agricoltori di Alessandria – è l’approvazione di un Decreto da parte di un Ministro che era in scadenza (il nuovo si è insediato ufficialmente l’8 maggio, ndr) e il fatto che i terreni coltivati ad «Asti» nel territorio del capoluogo sono circa una ventina di ettari, per poi scoprire che questi sono di proprietà di un grande industriale del nord-est, di nome Zonin”. La CIA di Alessandria rimarca l’assurdità del fatto: “Per portare nella DOCG dell’Asti il Comune di Asti – evidenzia Ricagni – c’è voluta tutta l’intraprendenza imprenditoriale di un grande ed importante imprenditore: sulla sua figura non abbiamo nulla da ridire, è sul resto dell’operazione, sia nella forma sia nel metodo, che esterniamo la nostra preoccupazione”. “Noi – conclude Carlo Ricagni – come Confederazione siamo al fianco dei tanti produttori di «Asti», molti di questi piccoli produttori che potrebbero alla fine risultare i veri danneggiati di questa operazione. Pertanto ci siamo riservati di valutare tutte le azioni possibili, istituzionali e non, per tutelare gli imprenditori agricoli, molti dei quali con aziende nella provincia di Alessandria”.