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e comunicati stampa dal mondo del vino![]() ![]() ![]() Vino : per la CIA più potere che progetto E' necessario interrogarsi al più presto sul futuro della nostra vitivinicoltura "Le condizioni delle uve sono buone e per chi ha ben operato nel vigneto, effettuando gli opportuni diradamenti e prestando particolare attenzione alla difesa della chioma, si prospetta la possibilità di ottenere vini d'ottima qualità. Di contro le attese sui prezzi delle uve sembrano seguire l'andamento negativo della scorsa annata": questo il pensiero della CIA - Confederazione italiana agricoltori, espresso dal vice presidente provinciale, Carlo Ricagni, in merito alla campagna vendemmiale appena partita. "In particolare per le uve nere - prosegue Ricagni - la tendenza al ribasso sembra proseguire, al punto che per molti produttori si potranno prospettare difficoltà finanziarie notevoli". La CIA, a questo riguardo, ritiene necessario interrogarsi per cercare di capire quali strade si dovranno intraprendere per rilanciare la nostra vitivinicoltura, uscendo dalle secche di una crisi che non ha precedenti. Carlo Ricagni afferma che "Le continue contraddizioni di alcuni settori del comparto, la cooperazione ad esempio, debbono venire alla luce: non si può pensare che la richiesta di portare il vino alla distillazione lo scorso anno non abbia determinato parte della crisi in cui ci troviamo". Per la Confederazione italiana agricoltori non è un caso che i prezzi delle uve che oggi circolano, facciano esplicito riferimento al valore del vino distillato, mentre nelle zone dove i prezzi del vino erano stati mantenuti, oggi i prezzi delle uve sono addirittura in crescita, ad esempio nel Gaviese e nelle Langhe. Inoltre, dopo un'estate come questa la richiesta di riconoscimento di annata sfavorevole, per accedere alla possibilità di arricchire i vini con mosti concentrati rettificati, voluta principalmente dalla Vignaioli Piemontesi, lascia perplessi e mortifica i produttori che più s'impegnano". "È un mondo strano - sottolinea Ricagni - quello della cooperazione, sempre diviso quando si prospettano accorpamenti d'aziende, sempre unito per ottenere vantaggi politici". "Il vino in Piemonte - conclude Carlo Ricagni - è più "potere" che "progetto" e la strada che occorre intraprendere per mantenere i viticoltori nelle loro aziende è irta di difficoltà, poiché la crisi non è legata a fattori congiunturali, ma principalmente strutturali, e per questo l'impegno deve essere totale da parte delle istituzioni e degli enti che operano nel comparto, se non vorremo presto o tardi veder scomparire la vite dalle nostre colline". |