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Notizie
e comunicati stampa dal mondo del vino![]() ![]() ![]() Ocm, audizione in Senato con Città del Vino Le proposte della rete italiana dei Comuni Doc per il futuro del settore Oggi audizione in commissione Agricoltura del Senato con Città del Vino sulla riforma dell'Ocm, l'organizzazione comune di mercato. Durante il momento di confronto sul futuro della vitivinicoltura italiana ed europea l'Associazione Nazionale Città del Vino, la rete dei 550 Comuni Doc, ha espresso le proprie posizioni sugli aspetti più qualificanti di una riforma che dovrà accompagnare la riorganizzazione e la crescita del settore, punta di diamante dell'agroalimentare italiano. Città del Vino si è dichiarata favorevole all'estirpazione di 400 mila ettari di vigneto europeo, come previsto dalla proposta di riforma, ma ha chiesto che gli aiuti vengano indirizzati al pre-pensionamento dei vitivinicoltori più anziani (con 300 mila ettari di vigneto italiano gestito da persone di 65-75 anni ) piuttosto che all'espianto. Con un'alta percentuale di vigneti di età avanzata, e con l'elevata età dei nostri produttori, una misura del genere favorirebbe un rinnovamento generale, anche delle imprese. Positiva, sempre secondo Città del Vino, l'abolizione di alcune misure di regolazione del mercato come l'aiuto alla distillazione, al magazzinaggio, gli aiuti all'uso dei mosti, ma con la previsione di una dotazione finanziaria che ogni Paese membro potrà utilizzare per finanziare le misure di sostegno più opportune. Negativa, invece, l'apertura alla nuova pratica enologica dei trucioli di legno, già in uso nei nuovi Paesi produttori. Se dovesse essere autorizzato l'uso dei trucioli, chiede Città del Vino, sarà necessario indicarlo in etichetta per rendere consapevole il consumatore sul prodotto che acquista e sulla corrispondenza tra prezzo e qualità. Sulla semplificazione dell'etichettatura (due sole categorie di prodotto: vini a indicazione geografica e senza indicazione geografica; inserimento in etichetta del vitigno e dell'annata anche per i vini da tavola) Città del Vino chiede che venga specificato il nome del Comune di origine per i vini a indicazione geografica, per valorizzare il rapporto tra prodotto e territorio. "Se questi sono gli obiettivi da condividere - dichiara il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon - occorre riflettere su come sia più opportuno raggiungerli, tenendo conto del fatto che il problema delle eccedenze è, sostanzialmente, il punto di partenza: produrre di meno, produrre meglio, senza però sminuire il valore del rapporto tra vino e territorio, elemento irrinunciabile per la viticoltura italiana". D'altro canto il settore vitivinicolo italiano negli ultimi 20 anni, dopo lo scandalo del metabolo del 1986, ha fatto grandi passi avanti. Le Doc sono passate da 224 a 311 del 2005, le Docg da 4 a 32, le Igt da 115 a 117, per un totale di 460 denominazioni di origine. La superficie vitata si aggira invece sui 675 mila ettari di vigneto di uva da vino dei quali oltre 233 mila a Doc e Docg; di questi, oltre 126 mila hanno una età compresa tra i 25 e i 35 anni. Inoltre 442 mila sono gli ettari destinati a vini da tavola (362.669 con un'età compresa tra i 25 e i 35 anni). La superficie media aziendale è per i vini doc e docg, di 2,15 ettari, mentre per i vini da tavola 0,69 ettari. E ancora: 300 mila ettari della superficie complessiva sono condotti da viticoltori con un'età compresa tra i 65 e i 75 anni di età. Vigneti troppo vecchi, eccesso di produzione rispetto alla domanda reale, normative da migliorare per lo snellimento e la semplificazione delle pratiche burocratiche, forme di promozione a sostegno dell'immagine del vino italiano nel mondo senza dispersione di risorse finanziarie e di energie. Questo, però, sostengono ancora le Città del Vino, non deve far perdere di vista alcune necessità come la tutela delle Doc, Docg e produzioni tradizionali; la tutela delle aree vitivinicole che, per peculiarità ambientali, storiche e culturali, rappresentano un patrimonio la cui sopravvivenza non può essere delegata esclusivamente alle regole del mercato (viticoltura eroica e difficile, viticoltura di montagna, delle isole, etc.). E ancora: ribadire il forte legame tra vino di qualità e territorio di qualità, esaltando le diversità che ogni territorio sa esprimere, facendone il valore aggiunto su cui puntare nella diversificazione delle produzioni e nella loro promozione, con vini di territorio ben identificabili e non banali vini bevanda, indistinti e omologabili; ma anche valorizzare i vitigni antichi e autoctoni, promuovendo la ricerca e la sperimentazione di "nuovi vini antichi"; infine investire le risorse distolte dall'abolizione alla distillazione di crisi al sostegno alle imprese in forma di promozione, marketing territoriale, formazione, e ideando un fondo anti-crisi cui attingere in caso di necessità. Ufficio stampa Città del Vino Tel. 0577/271579 Massimiliano Rella 338/9410716 |