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Notizie e comunicati stampa dal mondo del vino

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Iniziative enogastronomiche



Assegnati a Milano i premi Luigi Veronelli
I premi sono stati istituiti da Class Editori e da Veronelli Editore in onore del grande critico-giornalista-scrittore. 16 premi e una menzione speciale per i migliori operatori
dell'enogastronomia italiana e internazionale.


Nella solenne cornice del Teatro dell'Angelicum di Milano, si è svolta ieri la cerimonia di consegna del Premio Luigi Veronelli, alla sua prima edizione, istituito da Class Editori e da Veronelli Editore in onore del più grande scrittore e critico italiano di enogastronomia. A ritirare i riconoscimenti, gli operatori- comunicatori e tecnici - del mondo dell'enogastronomia italiana e internazionale ritenuti particolarmente meritevoli dalla ampia e composita giuria.

Le 16 categorie di premi (di cui alcune con doppia accezione: junior e senior), insieme alla menzione speciale per la radio, sottolineano la poliedricità di Luigi Veronelli, la sua prolifica produzione sui fronti del gusto e dello stile, della letteratura e della filosofia, dell'estetica e dell'impegno sociale e civile; e ricordano quante battaglie ha dovuto sostenere per l'affermazione della qualità e la difesa dei piccoli (vignaiuoli, ristoratori, artigiani, distillatori, oliandoli).


Ecco i premiati della prima edizione 2006 :

- Miglior giornalista di enogastronomia
alla carriera: Daniel Thomases
"per aver saputo, lui americano del Connecticut, penetrare nell'anima dei vini italiani ed esprimerla con una tale padronanza della nostra lingua da consentirgli di sottolinearne ogni più delicata sfumatura"

all'emergente (a pari merito):
Licia Granello
"che occupandosi di vino e di gastronomia sul quotidiano La Repubblica è riuscita a scriverne con un linguaggio estremamente popolare ma allo stesso tempo con il rigore di chi conosce a fondo la materia".
Manuela Piancastelli
"per l'importante contributo che ha dato, con il suo lavoro giornalistico, alla riscoperta di antichi vitigni autoctoni e alla valorizzazione delle esperienze che stanno rivoluzionando la vitivinicoltura campana".

- Miglior giornalista di enogastronomia in lingua straniera:
James Suckling
"che ha saputo raccontare il Rinascimento del vino italiano al di là dell'Atlantico, sulle pagine del più prestigioso mensile specializzato del globo, The Wine Spectator, con intelligente equilibrio critico e acuta conoscenza tecnica.

- Miglior scrittore di enogastronomia
alla carriera: Alberto Capatti
"per l'impulso che ha dato alla cultura enogastronomica italiana, lui docente di Storia della lingua francese, con l'Annale della Storia d'Italia dedicato all'Alimentazione e l'esemplare pubblicazione dell'Autobiografia di Pellegrino Artusi".

all'emergente:
Paolo Marchi
"per il brio con cui ha scritto le sue guide, Tutto pesce in primo luogo, e per la misura con cui, rispettando profondamente i valori della tradizione, è forse il critico più attento a tutto ciò che di nuovo bolle in pentola".

- Miglior scrittore di enogastronomia straniero:
Burton Anderson
"perché è stato il primo, 26 anni fa, a fornire al mondo anglosassone, con Vino, the Wines and Winemakers of Italy, gli strumenti per capire che il vino italiano stava imboccando la strada dell'alta qualità. E perché, con il Grande atlante illustrato del vino italiano, è stato l'unico, sinora, a censire con metodo le zone ad alta vocazione enoica".

- Miglior vignaiuolo
alla carriera: Josko Gravner
"per aver avuto il coraggio, cambiando più volte lo stile dei suoi vini, di rifiutare il successo che aveva ottenuto e di essere arrivato così, pur essendo partito dalle tecnologie più moderne, a riscoprire la modernità dei metodi di vinificazione di 5 mila anni fa".

all'emergente:
Rosa Bosco
"costretta dalle vicissitudini della vita a ricominciare da capo, ha saputo trovare una strada autonoma e originale per la sua microazienda: la strada di una qualità talmente eccezionale da risultare vincente".

- Miglior patron
alla carriera: Fulvio Pierangelini
"per la tenacia con cui ha imposto il Gambero Rosso, da lui creato a San Vincenzo, come l'esempio più alto di ristorante di pesce della penisola, rimanendo se stesso, senza nascondere la forza del proprio carattere".

all'emergente:
Raffaele Alajmo
"per la capacità che ha dimostrato facendo crescere con irresistibile rapidità la fama del ristorante di famiglia, valorizzando con elegante misura la genialità creativa in cucina di suo fratello Massimiliano".

- Miglior maître:
Itala Brovelli
"per la grazia e la naturale eleganza con cui ha fatto del Sole di Ranco uno dei ristoranti più accoglienti e confortevoli d'Italia, organizzando un servizio in cui la professionalità si fonde con la simpatia".

- Miglior oliandolo:
Giuseppe Di Vincenzo
"perché ha saputo portare ai vertici dell'eccellenza la sua azienda, la Mandranova di Palma di Montechiaro (AG), producendo con attenzione, serietà e cure minuziose oli monovarietali da Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola".

- Miglior grappaiolo/distillatore:
Romano Levi
"per la fede con cui ha praticato la distillazione più difficile, quella a fuoco diretto, anche negli anni non facili in cui sembrava trionfare la distillazione con apparecchiature industriali, nonchè per la poesia che ha saputo trasfondere nella grappa con le sue inimitabili etichette disegnate a mano"

- Miglior winemaker
alla carriera: Giulio Gambelli
"per l'impulso che ha dato al rinascimento del vino toscano mettendo al servizio di alcune delle aziende più intraprendenti la sua straordinaria capacità di analizzare i vini utilizzando occhio naso e palato invece del gascromatografo, tanto da meritarsi il soprannome di Bicchierino".

all'emergente:
Luca D'Attoma
"per la sensibilità e la riservatezza con cui, svolgendo la sua attività di enologo, ha partecipato alla nascita di alcuni grandi vini sfuggendo, in un mondo dove abbondano le prime donne, alla tentazione di mettersi in mostra".

- Miglior artigiano alimentare (a pari merito):
Corrado Assenza
"per le emozioni che ha saputo dare, da quando ha rilevato a Noto, nel Siracusano, la conduzione dello storico Caffè Sicilia, esprimendo con i dolci, la pasticceria, i gelati, tutto il fascino barocco della sua terra".

Gioacchino Palestro
"per aver salvato dalla banalizzazione turistica un gioiello della norcineria italiana come il salame di Mortara e per aver reinventato, nel suo laboratorio della Corte dell'Oca, il fegato grasso della Lomellina".


- L'oggetto da tavola più innovativo:
Drop-stop
"perché il dischetto metallico che, arrotolato, si infila nel collo della bottiglia e impedisce al vino di gocciolare sulla tovaglia, è una di quelle invenzioni che ricordano, per la geniale semplicità, l'uovo di Colombo".

- Miglior sito di enogastronomia:
Gambero Rosso
"perché con l'elegante funzionalità della sua articolazione e l'ampiezza dei suoi interessi è diventato uno strumento di informazione e consultazione indispensabile "per i consumatori curiosi e golosi" a cui è dedicato, e non solo per loro".

- Miglior film o trasmissione Tv a tema gastronomico:
Eat Parade - TG 2
"per essere riuscita a concentrare la comunicazione entro i ristrettissimi tempi imposti dal linguaggio televisivo senza per questo rinunciare a quell'approfondimento delle tematiche affrontate di cui si sente sempre più la carenza sul teleschermo".

- Menzione speciale, per il miglior programma radiofonico a tema gastronomico:

Decanter
"per aver raccontato il vino, il cibo e dintorni con irriverente allegria, ma soprattutto con un linguaggio semplice e diretto, facile e immediato, che ha conquistato un vasto pubblico giovanile alla cultura enogastronomica".

- La sagra gastronomica più interessante vivace o curiosa:

Cous cous fest di San Vito lo Capo
"perché è una manifestazione che mettendo a confronto i vari modi di realizzare il cous cous coinvolge tutti i popoli del bacino mediterraneo, le loro culture e le loro tradizioni, nel segno dell'integrazione e della tolleranza"

- Il comune che più si è adoperato nella salvaguardia dei prodotti agroalimentari:
Carrara
"per aver saputo mobilitare l'intera comunità nella difesa del tradizionale metodo di maturazione del lardo di Colonnata quando l'Unione Europea intendeva vietarne per motivi igienici il soggiorno nelle vasche di marmo e per l'appoggio dato successivamente alla richiesta dell'Igp, indicazione d'origine protetta, per tutelarne l'autenticità".