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Salame di Napoli, è quasi Dop
E' il secondo insaccato più venduto in Italia. Si aspetta ora il pronunciamento definitivo di Bruxelles mentre sono molto brillanti le prospettive di mercato.

Cè una nuova dop che aspetta il pronunciamento definitivo di Bruxelles: è il salame di Napoli. In Gazzetta ufficiale dal 13 luglio scorso, il marchio dop per il salume campano potrebbe aprire nuove prospettive di mercato, per esempio negli Stati Uniti, fino ad oggi scettici sulle procedure di controllo.
Lo ha dichiarato questa mattina il Consigliere del Mipaf, Rosario Lopa, intervenendo alla conferenza stampa tenuta questa mattina alla Camera di Commercio di Napoli sulle iniziative per valorizzare il prodotto napoletano.

L'origine protetta implicherà l'esclusività della produzione del salame di Napoli per la regione: un vincolo che il marchio esercita su tutte le fasi della lavorazione nella filiera, dagli allevatori ai confezionatori (sono circa cento le aziende in grado di sostenere l'intera produzione). Questo indurrà anche chi vuole fare il salame Napoli ad investire in Campania, mentre la certezza dei controlli, garantiti dal marchio, aprirà nuovi mercati all'estero. Questo primo risultato - sottoline Lopa - si è ottenuto grazie all'interesse del Ministro Alemanno che sollecitando l'ufficio competente del Mipaf siamo riusciti ad avere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del disciplinare di produzione. Il salame veniva tradizionalmente utilizzato, nelle aree rurali, quale merce pregiata da offrire in cambio di prestazioni altamente professionali (medici, avvocati ecc.) e veniva consumato in occasione di feste e ricorrenze. Questo impiego, ne faceva un bene prezioso al quale dedicare grande attenzione e cura. Le precauzioni impiegate nel passato, per mantenere intatta la bontà e la genuinità delle carni, sono diventate nel tempo parte integrante delle tecniche di produzione, di affumicatura e stagionatura tramandate immutate tra le generazioni.

Il salame Napoli, che non presenta all'esterno quella patina bianca dovuta all'impiumatura, si riconosce innanzitutto dal colore rosso: carne di grana grossa, proveniente dal prosciutto di spalla e di coscia di suini del peso minimo di 150 kg., ha una percentuale di grasso che non supera il 20 per cento, viene affumicato, speziato con grani di pepe e bagnato nel vino doc e docg campano. Il mercato del salame Napoli oggi si può quantificare su scala nazionale in una produzione di un milione di chili del salume, per un fatturato di 100 milioni di euro, di cui un 10% si deve all'export. Attendiamo quindi dalla UE il giusto riconoscimento della denominazione di origine protetta per il salume più venduto in Italia, dopo il Milano, riconoscimento per il quale si sono spesi ben due assessorati regionali, quello all'Agricoltura e quello alle Attività produttive della Campania. Erano presenti alla conferenza Vito Amendolara, Libero Spiezia, Vincenzo Peretti, l'Ass.Abbamonte della Regione Campania, Michele Bianco e Nuzio Vitolo come moderatore dell'iniziativa.