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Notizie e comunicati stampa dal mondo del vino

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L'ALTRA META' DELLA CANTINA:
LE SIGNORE DI CALICI E VENDEMMIE, LE PRODUTTRICI SI RACCONTANO

Giovedi' 10 marzo 2005, nell' ambito della manifestazione " CITTA' DELLE DONNE" - organizzata dall' ASSESSORATO ALLE PARI OPPORTUNITA' DELLA REGIONE CAMPANIA, presso il complesso polifunzionale di CITTA' DELLA SCEINZA A NAPOLI, si e' tenuto un'interessante convegno dal titolo:" L'ALTRA META' DELLA CANTINA: LE SIGNORE DI CALICI E VENDEMMIE, LE PRODUTTRICI SI RACCONTANO."

L'incontro - alla presenza di un folto ed eterogeneo pubblico- ha visto la partecipazione in veste di relatrici e testimonials di:

ELENA MARTUSCIELLO, DELEGATA REGIONALE DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE DEL VINO E TITOLARE DELLA NOTA CANTINA DEI CAMPI FLEGREI " GROTTA DEL SOLE" , produttrice di vini di eccellenza di tutto il territorio campano, con forte inclinazione alla conduzione di vitigni autoctoni, quali Falanghina dei Campi Flegrei, Aglianico del beneventano, Piedirosso dei Campi Flegrei, Lacryma Christi in versione ferma e spumante e molti altri.

Elena Martusciello con grande ironia e consapevolezza di un ruolo ormai consolidato, ha raccontato la propria storia personale che l'ha condotta al vino: dall' ingresso - piu' di 15 anni fa - in un' azienda fortemente patriarcale, alla lenta, faticosa e tenace trasformazione operata in azienda, imponendo modelli " al femminile" , con nuovi valori: caparbieta', capacita' di aggregazione ed entusiasmo per il perseguimento degli obiettivi , grande professionalita' nelle fasi di pianificazione e realizzazione delle strategie di marketing , cosi' come in quelle di analisi e controllo.
Altri ruoli fondanti della figura femminile - in generale nelle aziende - ma, in particolare in quelle vitivinicole , - durante tutta la filiera che va dalla vigna al mercato - stanno diventando quelli legati alla comunicazione aziendale interna ed esterna, alle figure di vignaiola, agronoma, enotecnica, enologa, sommelier, enotecaria e ristoratrice.

A conclusione dell'intervento di Elena Martusciello - Giulia Cannada Bartoli - moderatrice del convegno e professionista impegnata nei settori sia tecnici che della comunicazione del comparto vitivinicolo campano , con particolare riferimento allo sviluppo del turismo del vino - ha sottolineato la diversita' dei modi in cui le donne si sono ritrovate - sempre piu' numerose - a condurre aziende in questo campo: per l' 80/90 si e' trattato di passaggi di tipo familiare (LADDOVE UNA VOLTA IL TESTIMONE VENIVA PASSATO SOLO AGLI UOMINI ), in altri casi- piu' rari - ma di estremo fascino , abbiamo avuto donne non provenienti da contesti familiari che sono arrivate al vino per strade diverse.

E' il caso di Silvia Imparato, titolare dell'Azienda Agricola Montevetrano , situata nell'area dei Colli Picentini in provincia di Salerno .
Silvia Imparato - produttrice del Montevetrano - un vino rosso ormai cult a livello mondiale - ha raccontato una storia ricca di appeal e particolarita': una storia di vita che - ad un un certo momento del proprio percorso di donna e professionista fotografa - ha incrociato - per pura passione - il mondo del vino. Cio' succedeva a Roma, circa 20 anni fa, in una delle enoteche allora ed oggi piu' blasonate della citta' - dal punto di vista della diffusione della cultura vino. In questo luogo , Silvia viene a contatto con figure eminenti del panorama vitivinicolo italiano e prima per gioco , poi, sempre con maggiore passione ed impegno, giunge alla decisone di produrre un vino da destinare al mercato. Cio' avviene con la collaborazione di Riccardo Cotarella - oggi enologo star a livello mondiale - a quei tempi alle prime esperienze. Silvia, assieme al suo enologo compie un'analisi precisa del territorio che ha a disposizione e decide di orientarsi verso la produzione di un vino assolutamente atipico per la Campania: impiegando una maggiore percentuale di vitigni internazionali - cabernet e merlot - ed una piccola parte di aglianico. Il lavoro e' lento e faticoso , fino alla scelta di Silvia - nascosta a tutti - di sottoporre il proprio prodotto al parere di un guru mondiale: Robert Parker: da allora la consacrazione, il Montevetrano ha assunto notorieta' internazionale tanto da essere - con disappunto di Silvia - un vino mito - e non un vino da bere.
Oggi la situazione e' diversa: finalmente anche i consumatori hanno superato quel timore reverenziale nell'accostarsi a questo vino , che e' sempre piu' apprezzato e bevuto da conoscitori ed enoappassionati.
Al termine di questa testimonianza, Giulia Cannada Bartoli ha evidenziato alcuni passaggi dell' intervento di Silvia Imparato, sottolineando la grande umilta' di approccio - tutta femminile - e mettendo poi in luce come , invece, per altre professioni del vino , per le donne sia ancora piuttosto arduo mettersi in luce, poiche' - nella percezione comune - ci sono alcune figure ancora saldamente maschili, quali quelle prima accennate dell' agronomo - figura cruciale in vigna - ,del sommelier e dell' enotecario , figure chiave di trait d'union nella comunicazione della cultura del vino al grande pubblico.

Rispetto a questi argomenti, la parola e' passata ad una figura - rappresentante di eccellenza di questo settore - la Dr.ssa Maria Luisa Alberico , Direttore Responsabile della rivista " Donna Sommelier" e Sommelier professionista , che ha sottolineato come non si tratta di differenza tra uomo e donna - in particolare per la professione del sommelier - quanto invece della capacita' - un po' piu' femminile - di comunicare al pubblico tutto quello che c'e' dietro una bottiglia di vino, e di saper suggerire con maggior fascino i giusti abbinamenti cibo/vino. Infine la Dr.ssa Alberico ha evidenziato come oggi il punto di cruciale importanza sia quello di aggregare tutte le forze - maschili e femminili - a difesa del vino italiano, delle sue tipicita', per far fronte al problema della massa critica di produzione , in sofferenza rispetto agli enormi quantitativi dei mercati emergenti che stanno invadendo i nostri scaffali con uno strepitoso rapporto prezzo/qualita'.

Esaurita questa doverosa parentesi sulla situazione dei mercati , la parola e' passata ad un'altra donna di eccellenza del mondo del vino , la cui famiglia rappresenta un pezzo di storia della vitivinicoltura campana: Daniela Mastroberardino, oggi a capo dell'azienda Terrredora in Irpinia e produttrice di vini da vitigno autoctono , in particolare il Fiano di Avellino, insignito della DOCG dalla vendemmia 2003.
Daniela Mastroberardino - anche Vice Presidente nazionale dell' Associazione DONNE DEL VINO, ha ulteriormente arricchito i contenuti del convegno, apportando una testimonianza riguardante un altro aspetto della conduzione al femminile di un'azienda vitivinicola: l'aspetto per cosi' dire " burocratico,amministrativo e gestionale ". Queste funzioni attengono all' analisi di mercato , alla pianificazione di strategie di marketing e di comunicazione, e - non ultimo - al controllo gestionale.
Secondo la produttrice , anche in questo caso, la conduzione al femminile possiede una marcia in piu' , che e ' data dalla presenza continua - anche se a volte oscura - in azienda , dalla forte capacita' di dimensionamento degli obiettivi, aggregando con grande entusiasmo tutto lo staff aziendale per il loro perseguimento. A conclusione dell'intervento, la Mastroberardino ha inoltre evidenziato le numerose presenze femminili nel mondo associativo del vino, con particolare riferimento al Movimento del Turismo del Vino , la cui fondatrice e' stata Donatella Cinelli Colombini produttrice di Brunello di Montalcino, oltre 10 anni fa.

A completamento dei lavori , Giulia Cannada Bartoli, ha presentato un'altra vignaiola campana emergente, Restituta Somma della cantina VINI DELLA SIBILLA dei Campi Flegrei, produttrice di vini da classici vitigni autoctoni d' eccellenza di quest'area, culla della nostra viticoltura : falanghina, piedirosso e aglianico in prima linea, oltre ad altre e meno conosciute specie autoctone, sulle quali VINI DELLA SIBILLA sta conducendo approfonditi studi in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole.
In quest'azienda - dalla forte connotazione rurale - si notano ancor piu' le presenze tradizionali delle donne che giocano ruoli importanti dal lavoro in vigna , all' accoglienza agrituristica in senso proprio , quella che riprende i valori campagnoli di un tempo ed e' capace di comunicarli integralmente ai propri ospiti.

Il convegno e' terminato con le conclusioni della moderatrice - Giulia Cannada Bartoli - la quale riprendendo il filo dell'intervento di Maria Luisa Alberico, ha messo in luce come in realta' il mondo del vino italiano - donne e uomini in sinergia - si trova a giocare il proprio futuro sugli scenari del mercato globale , della concorrenza internazionale rappresentata dai produttori dei paesi del Nuovo Mondo: California, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa e Cile.

L'arma vincente e' in mano a tutti - donne e uomini - :la lotta per il mantenimento delle tipicita' , dei forti legami con il territorio, della promozione del prodotto attraverso il territorio, realizzata muovendo i flussi di consumatori verso le nostre terre , dove i nostri vini costituiscono il testimonial di eccellenza.


Giulia Cannada Bartoli