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Resoconto Convegno "Come si vende un'olio Dop ?"

Grande partecipazione al convegno organizzato dal Consorzio per la tutela dell’olio extravergine a denominazione di origine protetta “Terre di Siena” che si è tenuto questa mattina alla Camera di commercio di Siena.

Creazione del marchio, packaging accattivante, legame con il territorio: questa la ricetta per vendere un olio dop

Meno del 10 % dei clienti delle enoteche Vinarius, secondo una ricerca dell’associazione presentata oggi, chiede un marca specifica di extravergine e solo il 30 % richiede olio di un territorio specifico. Necessario l’investimento in marketing e formazione degli operatori.

Creare il marchio, curare in modo particolare il packaging e i dettagli della confezione, e ancora, rafforzare il legame del prodotto con il territorio che lo origina, investire nella vendita e creare una rete di soggetti competenti. Questo in sintesi il messaggio che è stato lanciato questa mattina durante il convegno “Come si vende un olio dop?”, organizzato dal Consorzio di tutela della dop "Terre di Siena" che si è tenuto alla Camera di Commercio di Siena e che ha registrato una grande partecipazione di pubblico, tra giornalisti, produttori e operatori del settore.

“La grande partecipazione all’evento – ha dichiarato Francesco Bonfio, presidente del Consorzio di tutela senese – testimonia la voglia di innovazione e la richiesta di distinguersi da parte delle nostre aziende rispetto agli altri prodotti strettamente industriali e non artigianali. Con questo evento abbiamo cercato di trovare soluzioni concrete e stimolare nuove idee, anche grazie ai contributi dei relatori”.

Secondo la ricerca dell’Associazione Vinarius creata per il convegno e presentata questa mattina dal presidente Gigliola Bozzi Gaviglio, meno del 10% dei clienti che comprano extravergine nel circuito delle enoteche Vinarius chiede una marca specifica di extravergine, inoltre meno del 40% richiede olio di un territorio specifico. In particolare la conoscenza dei territorio dell’olio è più alta al centro Italia.

L’investimento nella vendita, nel marketing e in una rete efficiente di distribuzione sembrano quindi essere azioni fondamentali per vendere un prodotto di pregio come è un extravergine dop, come ha ricordato Angelo Gaja, grande personalità del mondo vitivinicolo, portando ad esempio ciò che è stato fatto per il vino negli ultimi 30 anni.

Distinguersi, sia nell’ originalità del prodotto sia nelle caratteristiche estetiche e funzionali della confezione sembra essere un imperativo per affermarsi nei mercati esteri: Eberhard Spangerberg, enotecario a Monaco di Baviera, ha infatti ricordato come in Germania, solo il 3,7% dei consumatori di olio si rivolge a negozi specializzati, infatti il mercato dell’extravergine è ancora di nicchia e per il consumatore è difficile distinguere bene le specificità dei diversi prodotti. La qualità complessiva consiste non solo nel contenuto, ma anche nella bottiglia, nella confezione, nell’etichetta e nel dosatore. Anche Cecilia Berrettini, dell’Antica Drogheria Manganelli ha affrontato la questione dei dettagli del confezionamento: secondo Berrettini le etichette di colori poco chiari scoraggiano l’acquisto, mentre un elemento caratterizzante e impattante facilita il consumatore nella scelta.

Kadri Kassir, della Maison de l’Huile di Parigi, distributore di olio per tutta la Francia, ha presentato poi la situazione del suo paese: in Francia i consumatori di olio sono in aumento, anche tra chi per tradizione usa burro, soprattutto nel nord, e ci sono attualmente 1 milione di nuovi nuclei familiari che abitualmente usano olio d’oliva ma che hanno bisogno di essere guidati e informati nella scelta. Per questo è essenziale formare venditori e addetti ai lavori che siano in grado di creare nuovi spazi per questo tipo di oli, che necessariamente non possono passare attraverso la grande distribuzione.


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