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           La Rassegna Stampa di Tigulliovino
Bruxelles: all'euro forte la Commissione contrappone la svendita dei vini europei
Per la prima volta le Organizzazioni di categoria si uniscono in difesa delle Denominazioni.

E' di pochi giorni fa la notizia che la decisione della Commissione Ue di modificare il Regolamento n.753/02, che disciplina le indicazioni che si possono apporre sull'etichetta dei vini, è passata al Comitato gestione vino di Bruxelles con il voto contrario dei principali Paesi produttori.
Il Presidente Federdoc Riccardo Ricci Curbastro evidenzia il pericolo: "con la nuova impostazione, i termini utilizzabili per indicare sull'etichetta di un nostro vino il metodo di produzione, di invecchiamento, o una particolare qualità, colore e luogo di produzione non saranno più tutelati da possibili usurpazioni di produttori extra-europei".

Attualmente, l'utilizzo di 17 denominazioni e indicazioni geografiche italiane, tra cui Amarone, Brunello, Gutturnio, Recioto, Sforzato, è strettamente riservato ai soli vini italiani, mentre per 50 menzioni tradizionali italiane tra le quali Classico, Cacc'e mitte, Fine, Passito, ecc., la protezione accordata è meno forte, e potrebbero essere utilizzate a determinate condizioni anche da produttori stranieri.
Ma cosa verrebbe modificato con questo ultimo atto di Bruxelles?.
I termini come Brunello, Amarone, Recioto, d'ora in avanti non saranno più di esclusivo uso dei produttori di quella specifica zona di produzione. Per un Paese extraeuropeo sarà sufficiente che il proprio vino sia conforme alle regole vigenti in quella nazione affinchè possa scrivere in etichetta le indicazioni dei Paesi europei. Ad esempio, potrebbe essere permesso ai vini australiani o cileni l'uso in etichetta di nomi di fantasia che riprendono le terminologie dei nostri vini più famosi, generando possibile confusione nel consumatore del mondo intero cha imparato a riconoscere la qualità dei vini italiani attraverso le menzioni riportate in etichetta.
Inoltre, nella modifica che si vuole imporre viene addirittura riconosciuta la possibilità per un vino non europeo di scrivere in etichetta delle indicazioni che potrebbero essere autorizzate e gestite dagli stessi gruppi di produttori, con l'evidente pericolo che nessuno potrà controllarne la veridicità e la fondatezza.

Riprende il Presidente Ricci Curbastro: "malgrado la lodevole attività svolta dal nostro Ministero delle Politiche Agricole, sul patrimonio vitivinicolo italiano (ed europeo) grava una reale minaccia proveniente proprio da quel sistema di governo Comunitario che dovrebbe invece tutelarci."
Da parte Federdoc, continua "assieme alle Organizzazioni di categoria - ribadiamo con forza il totale rifiuto verso le posizioni che la Commissione Ue sta assumendo per il futuro del settore vitivinicolo nazionale ed europeo".

Il Presidente Federdoc
(Riccardo Ricci Curbastro)


Per info:
Federdoc tel 06-44250589
Andrea Panont 333-2533647
Marzia Morganti 335-6130800