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Sostanze a potenziale attività farmacologia nei prodotti della filiera vitivinicola.

Il vino da una mano alla salute, lo sostengono illustri ricercatori d'ogni parte del mondo. Il mondo scientifico, nel concordare sulle potenzialità salustiche della più antica bevanda del mondo, gli attribuiscono particolari azioni curative.
Il moderato consumo giornaliero di vino contribuisce a prevenire l'invecchiamento precoce, le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2. Basta l'introduzione nella dieta di 30 grammi di alcool al giorno per l'uomo, e 20 grammi per la donna, circa due - tre bicchieri di vino, con una gradazione alcolica di 12° per poterne sfruttare a pieno le potenzialità farmacologiche. Chiaramente, nel vino, non è solo la componente alcolica ad avere effetti benefici, ma tutta una serie di micro-costituenti che fanno della bevanda "edonistica" un vero alimento. Componenti che si ritrovano ovviamente già nell'uva, nei suoi derivati e nei sottoprodotti, rapresentando questi ultimi una fonte di principi attivi preziosi per l'industria farmaceutica e cosmetica.
Questo, in sintesi, è quanto emerso dal convegno organizzato dal Kiwanis International Club di Marsala e dall'Associazione Enologi Enotecnici Italiani, sezione Sicilia, con il patrocinato dall'Unicredit Banca. Il convegno, "Sostanze a potenziale attività farmacologia nei prodotti della filiera vitivinicola", si è tenuto a Marsala il 3 aprile u.s. nella prestigiosa Aula Magna dell'I.S.I.S.S. "Abele Damiani", uno fra i più antichi e rinomati istituti agrari del Paese.
I lavori sono stati aperti dal sindaco della città più vitata d'Europa, il not. Eugenio Giuseppe Galfano, primo cittadino di Marsala, esperto in viticoltura, nonché presidente di una delle più grandi cantine sociali del meridione d'Italia.
Dopo i saluti dei presidenti delle due associazioni organizzatrici, l'en. Carlo Ferracane (Assoenologi di Sicilia) ed il dottor Ignazio Zichittella (Kiwanis di Marsala) ed i compiacimenti del dottor Alessandro Cataldo dirigente nazionale dell'azienda patrocinante (Unicredit Banca), nonche della dottoressa Antonina Pezzano (dirigente scolastico dell'I.S.I.S.S.), il moderatore Giacomo Manzo ha introdotto i lavori e presentato gli illustri relatori: il Prof. Giacomo Dugo, la Prof. Paola Dugo, e il Prof. Salvatore Cuzzocrea, dell'Universita di Messina, il Prof, Francesco Paolo Bonina dell'Università di Catania. Giacomo Dugo, professore straordinario di analisi chimica degli alimenti dell'Università di Messina, ha sostenuto che: "il vino rosso siciliano contiene un componente di natura "stilbenica", quale il "resveratrolo", in quantità dieci volte maggiore ai vini bianchi e spesso superiore ai vini rossi di altri luoghi.
Il resveratrolo esercita una serie di attività teraupetiche nell'organismo: riduce ad esempio, i fenomeni di arterosclosi, prevenendo l'ossidazione delle LDL. L'azione del resveratrolo è coaudivata da una famiglia di composti a carattere antiossidante, anche questi presenti nel vino rosso: i polifenoli. Tra questi, gli acidi fenolici, e cinammici, le catechine, la quercetina, gli antociani, e le procianidine. E' chiaro - ha detto il prof. Giacomo Dugo -, che il contenuto di tali sostanze dipende da diversi fattori: natura e posizione del terreno, varietà dell' uvaggio, tecniche di vinificazione". La prof.sa Paola Dugo, ha evidenziato, come ultimamente si va diffondendo a livello di ricerca l'uso della strumentazione HPLC- MS per la determinazione qualitativa e quantitativa delle molecole a potenziale attività farmacologia presenti nei vini. "I vantaggi di tale tecnica - ha sostenuto la prof Paola Dugo - sono la semplicità d'uso, la velocità, la sensibilità, una grande tolleranza del grado di impurezze presenti nel campione in analisi.
L'enorme sviluppo di tale tecnica è stato causato dall'introduzione delle tecniche di ionizzazione a pressione atmosferica".
Il prof. Salvatore Cuzzocrea si è soffermato sugli aspetti legati al consumo attenzionando i risvolti salutistici e terapeutici del vino. "Consumare vino, con moderazione - ha detto il prof. Cuzzocrea - significa anche contrastare fenomeni del Morbo di Alzhaimer e del Morbo di Parkinson.
Le antocianine hanno un'elevata capacità antiossidante; recentemente in laboratorio è stata verificata l'azione della cyanidin - 3 - 0 - glucoside, principale componente, fra l'altro del succo di mora, che è risultata essere in grado di proteggere dallo stess ossidativi prodotto in vitro quando cellule endoteliali di vena ombelicale umana venivano incubate con agenti ossidativi".
Il prof. Francesco Paolo Bonina, ha evidenziato e rafforzato i concetti espressi nei precedenti interventi, soffermandosi sulle attività farmacologiche della varietà di uve, come la Jacquez, (ibrido prodotto non adibito al consumo umano diretto).
"L'uva Jacquez, che non rientra fra le varietà autorizzate e raccomandate dalla Stato membro - ha sostenuto il prof. Bonina - riveste grande interesse farmacologico. Il succo della uva Jacquez, infatti, risulta efficace nel ritardare l'invecchiamento della pelle e depigmentante della pelle stessa. L'estratto di vino rosso proveniente dall'uva Jacquez, esercità una attività antiproliferativa su cellule epiteliali prostatiche umane PZ-HPV-7 (Iperplasia prostatica benigna)".
Nel corso del convegno che ha visto la partecipazione attiva di oltre 300 persone, fra ricercatori, docenti, enologi ed industriali del vino, è stato evidenziato che non è solo l'uva Jacquez a possedere queste straordinarie attività farmacologiche, ma anche altre uve, destinate alla produzione di vino rosso e bianco da tavola (uve atte al consumo umano diretto).
Fra queste vanno sicuramente menzionate le varietà come il nero cappuccio, a bacca rossa e il catarratto, a bacca bianca, prodotte nel territorio siciliano, purché provenienti da vigneti con esigua produttività per ettaro. Ma per queste varietà, le cui potenzialità farmacologiche non sono state mai al centro di studi, occorrono ricerche e sperimentazione.
Il prof. Bonina ha evidenziato, inoltre, come i sottoprodotti della vinificazione delle uve rosse, buccia e vinaccioli, possono costituire fonte di ricerca per i prodotti da utilizzare in farmacologia e in cosmesi, creando oltremodo una opportunità di lavoro a tanti giovani e nuovi ed interessanti sbocchi per le industrie. Le ricerche in questo campo, oltre che sull'uva, sono indirizzate anche su altri prodotti tipici della Sicilia come i capperi e le arance rosse, altre due "specialità" tra le colture isolane che rivestono grande interesse nella ricerca farmacologia. I temi affrontati nel corso del convegno: "Sostanze a potenziale attività farmacologia nei prodotti della filiera vitivinicola", hanno suscitato tanto interesse e l'eco dei lavori svolti all'Abele Damiani di Marsala si è esteso ben oltre il territorio regionale.
Da più parti del Paese, giungono richieste da ricercatori, docenti ed esperti, per l'acquisizione degli atti del convegno; tant'è che l'Unicredit Banca avrebbe già dato parere positivo alla stampa e divulgazione di una specifica pubblicazione.


Marsala 10-04-2003 l'addetto stampa Alberto Di Paola