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L'Italia del buon vivere: l'offerta turistica dei distretti del vino

Non è più una nicchia ma non è ancora un sistema. Questo il giudizio di sintesi sullo stato di evoluzione raggiunto dal turismo del vino, come risulta dal 3° rapporto Annuale, promosso da Vinitaly e dall'Associazione delle Città del Vino, e predisposto dal Censis Servizi.
Nella Prima parte del Rapporto - presentato a Milano nel mese di febbraio 2003 in occasione della BIT - si è sviluppata una ricognizione dell'offerta delle quasi 500 città aderenti all'Associazione; con riferimento ai tre capisaldi attorno ai quali si organizza questo turismo tematico: seri vini, buon vivere, bei posti. Ne è scaturita la fotografia di una galassia organizzata su quattro livelli di aggregazione:

­ Area delle Certezze, costituita da 81 città del vino molto evolute per le quali si rende necessario innovare per continuare a volare alto;
­ Area delle Promesse, costituito da altre 81 città del vino per le quali si rende necessario investire ancora sforzi nel prodotto base per andare in quota;
­ Area delle Scommesse, costituita da 147 città del vino per le quali sembra necessario investire ancora sul fattore turismi per decollare;
­ Area del Vivaio delle Riserve, costituita da 172 città del vino ancora in gran parte da scoprire e valorizzare, per le quali si rende necessario scegliere una priorità di investimenti e azioni tra vino e turismi per accelerare il rullaggio.

Nella Seconda parte del Rapporto - che si presenta in occasione del Vinitaly 2003 - si è sviluppato un lavoro di analisi qualitativa sul campo di 6 Distretti italiani del turismo del vino:

­ il Distretto del Monferrato astigiano;
­ il Distretto del Veneto Orientale;
­ il Distretto della Romagna ravennate;
­ il Distretto della Maremma grossetana;
­ il Distretto del Salento leccese;
­ il Distretto della Sicilia Occidentale.

Sei le chiavi di lettura interpretative comuni:

­ si tratta di sei distretti di turismo del vino allo stato emergente, nel senso del buon lavoro già fatto e soprattutto di quello in corso in termini di avvio delle dotazioni di base per proporre una definita attrativa tematica (strade, enoteche di sistema, musei, eventi, ecc.);
­ si tratta di sei distretti in pieno rinascimento dei rispettivi vini, nel senso che tutti hanno un passato enologico di profilo medio basso (troppi volumi poca qualità) e all'opposto un presente e soprattutto un avvenire di profilo medio - alto grazie a massicci investimenti in ricerca e in produzione, in vigna e in cantina;
­ si tratta di sei distretti orientati a riqualificare il mix di offerta dei fattori organizzativi, nel senso che si sta lavorando, di solito bene, per migliorare il livello della ristorazione, la qualità e la tipologia della ricettività, il pacchetto dei prodotti tipici locali (soprattutto alimentari), ecc.,
­ si tratta di sei distretti dove è in corso una ridefinizione dei ruoli tra urbanità e ruralità, nel senso dei punti di equilibrio tra campagne e città, della complementazione tra diverse qualità dei rispettivi ambienti fisici, del carico di funzioni d'uso (e di dotazioni) tra soggetti a vocazioni evidentemente diverse (imprese vitivinicole, commercianti, associazioni di categoria, movimenti organizzati, amministrazioni pubbliche, ecc.);
­ si tratta di sei distretti che si presentano come laboratori di nuova imprenditorialità, nel senso che in ciascuno di essi è in corso un duro lavoro di selezione tra vecchi e nuovi modelli produttivi (soprattutto del vino), tra polarità verso la produzione o verso il mercato, tra fattori agricoli e industriali e fattori terziari, tra vecchie e nuove generazioni, tra scontro di culture e tentativi di meticciato;
­ si tratta di sei distretti ancora alla ricerca dei rispettivi "clienti", nel senso di un dilemma ancora irrisolto tra provare ad attrarre tutte le tipologie dei turisti del vino (per fare volumi e cassetta) o cercare di "servire" quelle più adatte rispetto alle proprie vocazioni, ubicazioni e stadi di sviluppo.

La scommessa dei distretti italiani del turismo del vino per l'immediato futuro è dunque quella di avviare una forte stagione di strategie diversificate e su misura e di lucido governo delle ambizioni, per non restare una promessa di nicchia, e per promuovere invece la certezza di un evoluto tematismo di sistema.
Dai risultati emersi dal Rapporto e dai sei profili di distretto discuteranno in un Convegno organizzato, in occasione di Vinitaly, per venerdì 11 aprile alle ore 18 alla Sala della Gran Guardia di Verona (Piazza Brà), Paolo Saturnini - presidente dell'Associazione Città del Vino, Fabio Taiti - presidente Censis Servizi - Alessandro Pacciani - vice presidente della provincia di Grosseto, Gian Alfonso Roda - presidente dell'enoteca regionale dell'Emilia Romagna, Flavio Accornero - presidente del distretto Cuneo - Asti - Alessandria, Carlo Paladin - presidente della Strada del Vino Pramaggiore, Giuseppe Garrisi - sindaco di Galatina, Salvatore Lombardo - presidente della Federazione delle strade del vino di Sicilia. Moderatore il giornalista di Repubblica Carlo Cambi.