L'Azienda di Dicembre 2002 : Azienda Vinicola Michele Mastroberardino
          Indirizzo : 83042 Atripalda (AV)
          Telefono : 0825.614111
          Fax : 0825.614231/254
          E-mail : mastro@mastro.it

          Campioni inviati

          Fiano di Avellino Doc Radici 2001
          Avalon Pompeiano Bianco Igt 2001
          Greco di Tufo Doc Novaserra 2001
          Fiano di Avellino Doc More Maiorum 1998
          Avalon Pompeiano Rosso Igt 2000
          Taurasi Docg Radici 1998
          Taurasi Docg Radici Riserva 1997
          Naturalis Hostoria Irpinia Igt 1998
  

           I risultati della prova d'assaggio

Mastroberardino, Atripalda (AV)

Il senso di una storia

Gli esponenti della famiglia Mastroberardino che si sono succeduti di tempo in tempo alla guida dell'azienda si sono identificati in un valore forte e basilare, che ha ispirato le scelte plasmando e colmando di significati una storia: la lealtà verso il proprio territorio, le origini, l'ambiente naturale e quello sociale, a tutela di un'identità culturale. La coerenza nei confronti di questo paradigma ha condotto in modo naturale la famiglia a svolgere un ruolo pionieristico nella difesa e valorizzazione, in purezza, del culto degli autoctoni, della viticoltura nativa, del Fiano, del Greco, dell'Aglianico, giungendo all'inversione di tendenza, ovvero consentendo a tali varietà, coltivate nell'ultimo secolo in territori circoscritti, di divenire interessanti al punto tale da essere importate e impiantate in nuovi e diversi contesti geografici.
Nel rispetto dei principi

Richiamare la propria tradizione non implica la rinuncia ad innovare. Mastroberardino è una sintesi di competenze tecnologiche e tecniche tra le più avanzate. La loro applicazione, tuttavia, non è finalizzata a mutare la natura o i caratteri fondamentali dei propri vini antichi, bensì a preservarne l'esistenza e il valore, rendendoli compatibili con l'evoluzione degli schemi che contraddistinguono il gustare un vino. Le antiche cantine sono dunque allo stato dell'arte delle conoscenze in campo enologico, ma il modo in cui queste sono applicate in casa Mastroberardino rispetta i principi che da sempre ispirano la filosofia di famiglia.
Origine del cammino

Il carattere complesso di un gran vino conferisce importanza al tutto, all'inscindibilità dei momenti che lo generano, alle relazioni tra le diverse fasi del processo che concorrono a delinearne la personalità. Ciascun momento, dunque, ha la medesima rilevanza nella riuscita di un siffatto progetto. L'origine di questo cammino è rappresentata dal vigneto, in cui la cura e la dedizione dell'uomo contribuiscono a tutelare la risorsa naturale che l'ambiente dona, in territori che nel corso di millenni hanno confermato la propria straordinaria vocazione alla viticoltura d'eccellenza. Le tenute della famiglia Mastroberardino sono dislocate in vari comuni d'Irpinia, nelle aree che storicamente hanno rappresentato il fulcro delle zone di produzione tipiche dei grandi vini di questa regione: Montefusco, Petruro Irpino, Santa Paolina, Tufo, nell'area vocata alla produzione del Greco di Tufo DOC; Lapio, Manocalzati, Santo Stefano del Sole, per il Fiano di Avellino DOC; Lapio, Montemarano, Pietradefusi, per il Taurasi DOCG. A riconoscimento del ruolo che la famiglia ha avuto nella salvaguardia del patrimonio viticolo ed enologico dell'epoca romana, la Soprintendenza Archeologica di Pompei le ha affidato in concessione i terreni in antico adibiti a vigneto nell'antica città di Pompei, affinché venissero reimpiantati con i medesimi antichi vitigni che caratterizzavano e caratterizzano la viticoltura dell'area, con lo scopo di ridare vita alla città archeologica attraverso la produzione di vini dalle medesime aree in cui essi già duemila anni orsono godevano di notorietà e prestigio.
Scrigno a tutela dei preziosi

Una cantina antica, secolare, che dà il senso di accoglienza tipico del focolare, vissuta come simbolo di radicamento dei valori familiari. Meta di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, è divenuta una pinacoteca, in seguito alla realizzazione di dipinti che ornano le cupole situate nelle grotte di invecchiamento ed affinamento. Le opere rappresentano le diverse interpretazioni che alcuni importanti pittori contemporanei hanno fatto del messaggio espresso dalla famiglia Mastroberardino: il dipinto del maestro Raffaele De Rosa, livornese, raffigura, in stile fantastico, immagini bacchiche di festeggiamenti; Maria Micozzi, milanese d'adozione, unisce, attraverso il linguaggio della complessità, il corpo di toro, simbolo di virilità, e il corpo femminile, la fertilità; Doina Botez, rumena, raffigura un baccanale in onore di Bacco e della sposa Arianna, con personaggi e simboli tipici del corteo dionisiaco. Ambienti di lavoro e di contemplazione, caratterizzati da una sobrietà raffinata e discreta, che richiama alla mente sensazioni ormai sopite: il tempo rallenta, bandisce i rumori superflui; i preziosi, custoditi con serenità sapiente, riposano e temprano la propria personalità fino al momento in cui dovranno confrontarsi con l'esterno, portando con sé il patrimonio di sensazioni accumulate nel lungo periodo di gestazione. Dovranno recare un messaggio, quei preziosi, un messaggio antico e forte, che rifugge compromessi e superficialità: il messaggio del vino, sangue della terra.