Comunicare
il vino d'estate
di Slawka G. Scarso
D'estate
fa caldo, certe volte davvero troppo. Così, i rossi che solitamente godono
delle preferenze dei consumatori, cedono trono e scettro, seppur per poco,
a bianchi e rosati. Come sempre, la merce non esposta, e in generale "non
comunicata", non si vende. Così affiorano dappertutto eventi e nuovi modi
di comunicare il vino... in costume da bagno o pantaloncini corti. E le
pagine delle riviste specializzate si popolano di proposte fresche, magari
con le bollicine, cercando di fare tendenza e lanciare, o rilanciare,
una certa tipologia.
Impossibile fare una panoramica completa, tuttavia ci sono state alcune
iniziative nel mondo della comunicazione estiva del vino, che si possono
prendere a titolo esemplificativo. Partendo dal Pignoletto Beach Party,
un evento fatto in spiaggia, dedicato ai giovani, in cui questa tipologia
di vino bianco allevata in quel di Bologna (l'evento non a caso è promosso
dal Consorzio dei Colli Bolognesi) viene promossa in versione "pareo"
ai giovani sulla spiaggia di Marina di Ravenna. Un modo per richiamare
l'attenzione su questo vino bianco e al tempo stesso fare cultura del
vino in una maniera non pomposa, ma accessibile a tutti.
Con un posizionamento differente si presenta invece l'iniziativa della
Strada dei Vini Lison Pramaggiore che vede protagonista un'arte più di
nicchia - musica classica, barocca e romantica, ma anche jazz, teatro
danza e teatro dialettale - per promuovere una denominazione che ha bisogno
di fare più comunicazione rispetto a quelle vicine che sono già, per così
dire, "brand", come Valpolicella e Soave. Sarebbe forse il caso di lanciare
un gesto, per così dire, più "popolare"? Di fatto, l'importante è che
il gesto sia coerente con l'immagine che ha già la denominazione, e trattandosi
di una zona che era un tempo definita il vigneto della Serenissima, la
coerenza c'è tutta.
Sempre per promuovere (soprattutto) i bianchi, in chiave ludica ed estiva,
la manifestazione romana che sposta le degustazioni a bordo di un battello,
il Battello del Gusto. Un mese e mezzo di eventi da una location insolita,
in mezzo al Tevere, con tanto di spiegazione dei monumenti oltre che dei
vini: per i romani che non partono (e vogliono riscoprire la città) e
per i turisti che inondano la capitale nei mesi più caldi. Un target ampio
per il quale vale la pena rilanciare l'immagine dei vini laziali.
Quanto agli eventi che si svolgono all'estero, una chicca da segnalare
è quella che viene dall'Ungheria, che in occasione di una notte bianca
dei musei ungheresi a giugno, propone ai giovani e non solo una sorta
di cocktail a base di vino e soda, il froccs. Degustazioni ed eventi tematici
all'interno di un museo promuovendo una bevanda nata da quelle parti nell'Ottocento
- da museo, insomma.
Se questi sono gli eventi che spingono soprattutto i vini bianchi, i rossisti
non stanno certo con le mani in mano. In Valtellina, terra di Sfursat,
si ripete ad esempio la rassegna Wine & More, che abbina tra le altre
cose il vino al golf. La particolarità sta nel fatto che è stata creata
una Wine & More Card, gratuita (gli organizzatori ci guadagnano un ricco
database), che permette di ottenere sconti anche considerevoli nelle degustazioni
e negli altri eventi. Incluso sui campi da golf.
E per finire, c'è il Wine & Jazz festival, organizzato da Castello Banfi,
che quest'anno celebra la decima edizione con i migliori artisti che si
sono avvicendati in questi anni nella terra del Brunello di Montalcino.
Che si tratti di un vino o di un altro, di musica jazz in collina o magari
lounge in riva al mare, ciò che importa come sempre è che si trovi una
formula nuova, o rinnovata, per promuovere il vino in modo coerente con
il brand e con le tradizioni della tipologia. O magari in un modo così
nuovo, da creare una nuova tradizione.
Slawka G. Scarso
|