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          Parole e volti intorno a un calice


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Parole intorno a un calice con Jarno Trulli
Intervista di Alessandro Maurilli

In attesa che arrivi l'estate (ormai ci siamo) mi sono ritrovato a pensare a quanti personaggi famosi popolano il mondo del vino. Nel pensare a questo mi è venuto in mente che se prima molti di loro erano solo comparse "gettonate" solo per dire quanto è buono il vino di tizio o di caio e quindi farlo meglio comparire sui giornali, oggi molti sono portavoce del proprio vino. Da cantanti a attori, passando per calciatori e giornalisti di fama, sono arrivato ad incontrare un pilota di Formula1.
E' Jarno Trulli, uno di noi verrebbe da dire a me che ho sempre immaginato fin da piccolo un pilota di bolidi del genere come un paranormale abitante del nostro mondo. E invece… ho scoperto con piacere che anche i piloti mangiano, bevono, dormono e… soprattutto fanno anche il vino. Jarno lo fa, anche buono, nelle sue terre d'Abruzzo. Davanti a un calice in quei bei posti allora alcune parole intorno a questa passione e a come viene coniugata con la professione principale (anche quella, passione) delle corse. Inutile dirlo, il calice stavolta era mezzo pieno di "Jarno", il Rosso Colline Pescaresi Igt che produce il pilota con il Montepulciano d'Abruzzo del Podere Castorani, questo il nome della sua azienda.



Jarno Trulli


D. Un tempo si diceva donne e motori, gioie e dolori. Con te bisogna aggiungere anche il vino, pur perdendo la rima.
R. Si in effetti, anche se quel motto ormai è superato da tempo. Al contrario il vino, che ha passato dei momenti di crisi diversi anni fa, oggi è un prodotto che rappresenta l'Italia dell'eccellenza in tutto il mondo.

D. E la passione per il vino? Quando è nata?
R. La passione in realtà c'è sempre stata, fin da quando ero bambino, anche perché le mie origini abruzzesi mi hanno impresso i caratteri della campagna. Poi quando qualche anno fa mio padre è entrato a far parte di questa azienda (quattro soci in tutto, amici tra loro n.d.t.) ho pensato che potevo rendermi testimonial non solo di questo vino, ma di tutta la mia terra.

D. Una scelta quindi di cuore, non certo di immagine.
R. No anzi. All'inizio i miei soci spingevano perché il mio nome comparisse in quello dell'azienda. Credo invece che Podere Castorani, il nome da sempre, sia il ritratto migliore di una realtà che nei secoli ha visto passare diverse gestioni ma tutte nel rispetto della qualità.

D. Che vini producete?
R. Nei trenta ettari di vigneto abbiamo in prevalenza Montepulciano d'Abruzzo, Trebbiano e Malvasia. Il nostro vino di punta è il Montepulciano d'Abruzzo Docg. Facciamo poi un IGT Colline Pescaresi che prende il nome di Jarno. Diverse altre etichette poi perché crediamo che solo diversificando il prodotto si possono prendere più mercati.

D. A proposito di qualità, mi confermi che tutta la produzione è fatta secondo il metodo dell'agricoltura biologica?
R. Si confermo, oltretutto abbiamo optato per una scelta di un vino che dimostrasse nel miglior modo il fortissimo legame con il territorio, anche per questo non trattiamo il vino e non lo filtriamo.

D. Dal mondo delle corse a quello del vino, due realtà così apparentemente diverse. Perché questa scelta?
R. In realtà sono due mondi che sì sono diversi, ma che hanno molti elementi in comune o alcune differenze che in un certo senso contribuiscono a paragonarli se vogliamo. Per esempio in entrambi i settori dobbiamo partire con porsi l'obiettivo di raggiungere il meglio. La mia macchina deve essere perfetta per arrivare bene al traguardo. Stessa cosa per il vino, che deve essere studiato, progettato e quindi preparato a partire dalla vigna (i box).

D. E le differenze?
R. Il tempo per esempio. Dentro alla macchina si deve cercare di abbassarlo sempre di più. Al contrario nel vino più si aspetta più si riesce a trovare un prodotto migliore.

D. Il mondo vino di Jarno sta diventando una sorta di tuo biglietto da visita tanto che proprio a maggio si è concluso un concorso sul vino a te dedicato. Di che si trattava?
R. Il concorso si chiamava "Dal vigneto alla pista con Jarno Trulli". Una cosa organizzata dalla scuderia Toyota per la comunità del Quebec. Io in realtà ero solo il "Premio", cioè dovrò accompagnare il vincitore a scoprire i vigneti (non i miei) e poi il mondo della Formula1.

D. Cosa bolle nel tino di Jarno?
R. Cosa bollirà nei tini in realtà. Infatti stiamo finendo di mettere a regime la nuova cantina, una struttura multifunzionale studiata per agevolare il lavoro dei tecnici dal punto di vista della praticità e della tecnologia e al contempo per poter accogliere appassionati, turisti e persone interessate a conoscere da vicino questo magico mondo del vino.


Alessandro Maurilli