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Intervista a Giuseppina Viglierchio
Presidente dell'Associazione Donne del Vino

Donne e vino, l'abbinamento sembra pefetto ma una cosa incuriosisce: la magia, l'intuizione e la genialità che spesso accompagnano qualsiasi attività o iniziativa nella quale una donna abbia occasione di partecipare, che risultati sortisce nel mondo del vino?
Abbiamo intervistato Giuseppina Viglierchio, Presidente dell'Associazione Donne del Vino, chiedendole quale sia il ruolo giocato dalla donna all'interno dell'Associazione e, più in generale, del mondo del vino tutto.

Cos'ha di speciale l'Associazione Donne del Vino e perchè è nata

Che cosa ha di speciale la nostra associazione? Banale rispondere che è costituita solo da donne imprenditrici, direi piuttosto da donne imprenditrici appassionate che rappresentano - e questa potrebbe essere la differenza da altre associazioni del mondo del vino - tutta la filiera di questo mondo: dalla zolla alla comunicazione, dall'agraria all'enologa alla direttrice di cantina, dal marketing al commerciale, alle p.r. ,dalla vendita dell'enotecaria alla ristoratrice che prepara la carta dei vini nel proprio ristorante, alla sommelier che li sà presentare con grazia e professionalità, alla giornalista che ne parla informata e non superficiale, può bastare?

In cosa le donne hanno più successo quando lavorano nel settore vino?
Il successo, sempre che si raggiunga, è figlio della nostra passione e della non paura di sembrare retoriche se si parla con sentimento. E' figlio di un vino che si è creato prima con il sogno; poi con fatica nella vigna; e finalmente - se non succede qualche inconveniente - in cantina; poi si presenta a qualcuno e ci batte il cuore!!!!

Secondo lei, cosa è cambiato nell'approccio al vino da vent'anni a questa parte da parte del consumatore?
Negli ultimi 20 anni il consumatore sà di più, non vuole essere preso per il naso da troppe parole, da troppi aggettivi o da prezzi troppo alti.
Soprattutto, il consumatore oggi sa distinguere se ciò che gli si dice è vero o falso. Vuole quindi un riscontro "toccabile" di tutto ciò che gli si spiega o racconta. E' necessario stare molto attenti.

Perchè oggi tante ragazze figlie o nipoti di produttori decidono di proseguire nell'attività paterna? (e studiano di conseguenza) trent'anni fa non sarebbe successo, "fare la contadina" non era certo visto come il massimo della vita...
Fare la contadina oggi è molto più rilassante, si vive in campagna, quasi sempre in una bella struttura, si fà dell'Hospitality una scienza , si partecipa ad una vita a volte molto sociale, si incontrano persone intelligenti ed interessanti...
E' il mondo del vino stesso ad essere cambiato e nei cambiamenti le donne sono a loro agio perchè a volte li hanno provocati.

Quali sono i punti di forza del vino italiano all'estero? E i punti di debolezza?
Punto di forza del vino italiano sono indubbiamente le diffferenze tra i nostri vini, tantissimi, a volte anche difficili da comunicare. Poi il non stancarsi mai di trovare nuove strade: la debolezza può esplodere laddove qualcuno creda che se il vicino ha successo dopo anni e anni di lavoro, si può imitare, soprattutto nei listini.
Il rischio è che a causa di questa superficialità si rovini il giocattolo.

Esistono ancora, a livello commerciale, i "miti", ovvero vini dei quali un ristoratore-enotecario non può assolutamente fare a meno? (E che è disposto a pagare salato pur di averli...)
Finito...finito....nessun mito resiste. Tutti ci siamo stufati, bisogna trovare qualche cosa di più solido e nello stesso tempo di sufficientemente intrigante che faccia ripartire la macchina.

Quali sono le regioni che a suo avviso meritano maggiore attenzione da parte dei media?
Non è facile non parlare di Sicilia - è una realtà innegabile - ma proprio perchè anche questo passerà, guarderei con molta curiosità al Alto Adige, e poi non scordiamo l'Abruzzo che ancora deve esplodere.

Un vino bianco e un vino rosso che l'hanno particolarmente "stordita" positivamente per originalità e piacevolezza di beva.
Sarà banale ma amo molto il CERVARO, solo per un bicchiere anche il San Valentin, per i rossi un buon lambrusco - ma buono buono - mi soddisfa con il suo piatto classico: zampone e cotechino bello caldo, altrimenti salto a vado all'amarone.


Filippo Ronco