


Regole di Galateo a tavola - Lettera O
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Oliva
Al bar l'oliva piccola si mette in bocca intera. Il nocciolo, deposto
nel palmo della mano chiuso a coppa, si lascia cadere nel portacenere o nel
piattino.
L'oliva grande si mangia a piccoli morsi, tenendola tra due dita e
depositando poi il nocciolo nel piattino.
A tavola l'oliva si prende con la forchetta. Anche il nocciolo,
spolpato, trova posto sulla forchetta che si preoccuperà di depositarlo sul
bordo del piatto.
Omelette
Frittata arrotolata e spesso ripiena con vari ingredienti, dolci o
saporiti, l'omelette (pronuncia omlèt) arriva in tavola intera; quindi si
taglia nelle varie porzioni.
L'omelette si mangia con la sola forchetta (come ogni ricetta con le
uova protagoniste), aiutandosi eventualmente con un pezzetto di pane
nell'altra mano.
Ospite
Ad un cocktail l'ospite viene "accettato" dai padroni di casa sulla
soglia del salotto (lei alla destra). Disposizione non sempre possibile in
quanto gli anfitrioni, dopo l'arrivo dei primi ospiti, devono intrattenersi
con loro, avviando il dialogo. L'ospite del cocktail non è obbligato ad
intrattenersi a lungo, ma prima di andarsene saluta e ringrazia i padroni di
casa.
Ad un pranzo l'ospite viene ricevuto sulla soglia dell'ingresso dal
padrone di casa (o dal cameriere), il quale prende in consegna l'eventuale
cappotto, il cappello o l'ombrello. Sulla soglia del salotto l'ospite riceve
le attenzioni della padrona di casa, la quale provvede alle presentazioni,
avviando la conversazione.
«Invitare alla nostra tavola - ha lasciato scritto Anthelme Brillat-Savarin
nella "Fisiologia del gusto" (1825) - significa prendere su di noi la cura
della sua felicità finché rimane sotto il nostro tetto».
L'ospite "rimorchiato" da altri invitati, non deve portare scompiglio
all'ordine della serata. Potrebbe trattarsi di una esclusione voluta, in
quanto non gradito ad altri invitati. Opportuno tastare l'accettabilità con
una telefonata.
L'autoinvito può essere simpatico se c'è confidenza con i padroni di
casa. Risulta odioso quando, subodorando una festa, si telefona alla padrona
di casa per sollecitare l'invito. E se questa, per motivi delicati, l'aveva
di proposito escluso?
L'ospite si presenta con un mazzo di fiori, una scatola di
cioccolatini, una bottiglia di champagne o di vino d'annata, un oggetto di
valore contenuto.
L'ospite a casa, per qualche giorno o per qualche settimana, deve
godere di tutte le attenzioni, ma, di rimando, non deve abusare dei
privilegi che vengono concessi. Se nella casa non c'è personale di servizio,
l'ospite cerca di rendersi autonomo. Non si presenta a mani vuote: qualche
regalo ai ragazzi o alla padrona di casa da consegnare al primo incontro con
la famiglia al completo, dopo la sistemazione nella camera. L'ospite si
informa degli orari e delle abitudini della casa in cui è ospitato,
adeguandosi. Durante il periodo di soggiorno è molto gentile se, uscendo per
una passeggiata, si ricorderà di prendere una torta o un gelato o qualche
altra specialità da offrire ai padroni di casa. Un invito al ristorante o i
biglietti per uno spettacolo sono altri modi per sdebitarsi. Rientrato al
proprio indirizzo, l'ospite invia una lettera di ringraziamento o,
quantomeno, telefona.
Per Rex Stout, autore dei gialli con il voluminoso Nero Wolfe, «l'ospite è
un gioiello posato sul cuscino dell'ospitalità».