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          Regole di Galateo a tavola - Lettera B


           Ordina il libro sul Galateo di Luciano Paracchini
           Vai alla sezione principale sul Galateo


          Bacinella

          - La bacinella lavadita si porta in tavola solo quando il menù prevede
          l'utilizzo delle mani. Riempita d'acqua tiepida su cui naviga una fettina di
          limone (in raffinata alternativa: petali di rosa o un fiorellino), la
          bacinella viene portata con un sottopiatto, posizionandola alla sinistra del
          piatto. Si accompagna con una salviettina.
          - La bacinella lavadita  serve unicamente per le dita. Meglio: per i
          polpastrelli delle dita che eventualmente si fossero unti con il cibo.

          Banana

          - Disposta sul piatto, la banana si tiene con una mano mentre con il
          coltello nell'altra si sbuccia. Poi entrambe le posate si utilizzano per
          predisporre i pezzetti da portare alla bocca con la forchetta.
          - Un metodo più laborioso comporta l'uso di coltello e forchetta. La banana
          si tiene ferma con la forchetta e si incide su tutta la lunghezza con il
          coltello. Indi si tagliano i pezzetti da portare alla bocca con la
          forchetta.

          Barbecue
    
          - Festa agreste, il barbecue assume le caratteristiche dell'informalità,
          ovvero: ha un tono confidenziale.
          - L'abbigliamento è sportivo e ogni partecipante può essere chiamato a
          contribuire alla preparazione del pasto, a passare le portate e quant'altro
          serve. Piatto principale dovrebbe essere la carne o il pesce alla griglia,
          che ben si accompagnano con insalate diverse, formaggi, frutta, paste.
          - Piatti da campeggio e tovaglioli di carta non sono assolutamente fuori
          luogo in una festa agreste.

          Bere

          - Durante il pranzo, prima di bere si pulisce la bocca con il tovagliolo.
          Operazione da ripetersi anche dopo aver posato il bicchiere.
          - Servendo una bevanda si versa da destra.
          - La persona di servizio versa rimanendo alla destra del commensale, facendo
          poi ruotare leggermente la bottiglia nell'atto di alzarla dal bicchiere,
          evitando in questo modo di far cadere gocce sulla tovaglia.
          - Trattandosi di un calice, se il contenuto deve mantenersi fresco (vino
          bianco o rosato, ad esempio), il bicchiere si tiene con lo stelo e solo con
          due dita (il pollice e l'indice). Meglio ancora reggere il bicchiere alla
          base dello stelo.
          - Bevendo non si va incontro al bicchiere, ma è questo che si avvicina alla
          bocca.
          Il bicchiere della staffa precede il congedo dalla compagnia. Dall'uso
          antico di berlo quando già il piede era nella staffa del cavallo.
          - Dal brindisi in onore di qualcuno, non è ammessa l'astensione. Gli astemi
          si limitano a sfiorare il bicchiere con le labbra.
          Brindisi non deriva dalla città pugliese, ma da una espressione tedesca di
          augurio: «bring dir's» con il significato di io porgo a te (il boccale di
          birra o il bicchiere di vino)
          Il vocabolo è giunto a noi da altre vie: attraverso lo spagnolo brindis.
          - L'acqua e il vino non vanno uniti nello stesso bicchiere, ma eventualmente
          bevuti separatamente.
          - Invitati, l'acqua è la sola bevanda che si può chiedere se venisse a
          mancare e della quale ci si può servire da soli.

          I sec. Bere
          Sempre dispari

          Non conoscendo il caffè né il tè né i liquori, i romani ebbero solo il vino
          come bevanda accompagnatrice dei loro cibi massicci, delle loro salse
          micidiali, nel tortuoso viaggio verso il terminale del tubo digerente.
          Eseguite le libagioni propiziatrici agli dèi, si passava alla comissatio,
          una sorta di dessert, con cibi piccanti e secchi per provocare la sete.
          La prima coppa si beveva per la salute, la seconda per il piacere, la terza
          per il sonno. Mai fermarsi alla quarta, portava male. Il bevitore poteva
          continuare quanto voleva, purché si fermasse a un numero dispari. "Bibat aut
          abeat" (beva o se ne vada), si intimava all'astemio. L'imperatore Tiberio
          beveva con tanto gusto che lo soprannominarono Biberio. (Cesare Marchi,
          «Quando siamo a tavola»)

          XIII sec. Bere
          Come animali

          Grave maleducazione mi sembra, quando vedo usare la cattiva abitudine, di
          voler bere come un animale quando si ha ancora il boccone in bocca. Non
          dovete soffiare sulla vostra bevanda, come tanti usano volentieri fare;
          questo è un comportamento da ignoranti e tale abitudine è bene evitare.
          (Tannhäuser)

          1717 Bere
          Un bicchiere per tutti

          In Germania e nei regni del nord è segno di civiltà e di buona educazione,
          che un principe beva per primo alla salute di colui o di coloro che
          intrattiene a tavola, e poi di far presentare loro il bicchiere o la ciotola
          in cui ha bevuto, riempiti del medesimo vino; tra essi non è affatto
          mancanza di educazione bere nel medesimo bicchiere, anzi è segno di
          franchezza e di amicizia; anche le donne bevono per prime e quindi porgono o
          fanno portare il proprio bicchiere con il medesimo vino che hanno esse
          stesse bevuto alla salute di colui che hanno brindato, senza che ciò appaia
          come un favore particolare, come sarebbe tra noi.
          «Io non potrei approvare - risponde una dama - e senza offesa per i signori
          del nord, questa usanza di bere dallo stesso bicchiere, e meno ancora di
          bere quanto le dame vi hanno lasciato; mi sembra una tale malcreanza che
          preferirei che testimoniassero con altri mezzi la loro schiettezza».
          (François de Callières, «De la science du monde et des connoissances utile à
          la conduite de la vie»)

          Bicchieri

          - Sulla tavola da pranzo i bicchieri sono posizionati leggermente a destra,
          rispetto al centro del piatto.
          Indispensabili almeno due bicchieri: per l'acqua (più grande) e per il vino,
          disposti con questo ordine partendo da sinistra. E in questa posizione
          rimangono anche quando viene versata la bevanda. Ovvero: non si alzano per
          agevolare il servizio.
          - Come limite massimo, in tavola possono trovar posto quattro bicchieri.
          Partendo da sinistra: per l'acqua (grande), per il vino rosso (medio), per
          il vino bianco; dietro questo gruppo, il bicchiere per il vino da dessert o
          per lo spumante.
          - I bicchieri che non servono vanno tolti prima del dessert.
          - Solo per i vini da dessert è consentito l'utilizzo di vetri colorati.
          - I bicchieri per il vino non vanno mai riempiti, ma serviti poco oltre la
          metà e non oltre i due terzi, in dipendenza anche del tipo di vino.
          - Il desiderio di non ricevere altro vino si esprime con un gesto discreto,
          senza coprire con la mano il bicchiere.
          - Si sostituisce il bicchiere anche se il vino è dello stesso colore di
          quello servito in precedenza, in quanto anche un piccolo goccio potrebbe
          alterare il gusto. Esigenza particolarmente sentita da chi apprezza il buon
          vino.
          - I bicchieri vanno scelti in base al tipo di vino e all'invecchiamento
          dello stesso.
          - I bicchieri per i vini novelli (serviti freschi), sempre a calice con
          stelo lungo: lì vanno poste le dita.
          - I vini che necessitano di sprigionare il loro aroma trovano ospitalità in
          bicchieri più o meno panciuti, sempre a calice.
          - Il cognàc servito nel tradizionale bicchiere a pancia tonda (ballon) va
          scaldato con la palma della mano.

          1935 Bicchieri
          Troppo fini: il timore di romperli

          Oggi sono ugualmente ammirati i bicchieri di cristallo grosso e quelli
          finissimi con incisioni delicate o completamente lisci e fragili come
          fresche corolle e nelle quali si specchiano i prelibati vini d'Italia.
          Questi bicchieri sono tanto fini da credere di romperli al solo tenerli in
          mano.
          Quelli moderni invece lasciano da un canto la forma complicata e talvolta
          sono così in contrasto con gli altri da sembrare letteralmente lavorati
          nella massa grezza.
          Il loro aspetto è nettamente geometrico.
          Si usano i bicchieri di vetro soffiato che vanno comperati di colore che
          intoni bene con il vasellame e tovaglieria.
          Nei bicchieri del vino spumante e in quelli a calice specialmente, si usa
          servire la macedonia di frutta. (Ines e Mimy Bergamo, «Il libro della
          signora»)

          Brandy

          - Si serve, ad ³imitazione" del cognàc, nei bicchieri panciuti, il cui
          intendimento è di permettere di scaldare il brandy con la palma della mano,
          favorendo in questo modo la liberazione dell'aroma.
          Il brandy (derivazione da brandewine: vino che brucia) è un distillato di
          vino che a seconda del paese d'origine può assumere denominazioni diverse:
          Weinbrand in Germania, Kaniak in Turchia, Yea, Pisco in Sud America.
          In Francia, in base ad una convenzione internazionale, il distillato
          prodotto nel dipartimento di Gers, in Guascogna, assume il nome di Armagnac.
          Solo quello prodotto nella Charente può assumere la denominazione di Cognàc.

          Brindisi

          - Dal brindisi in onore di persone non è ammesso astenersi. Gli astemi
          possono limitarsi a sfiorare il bicchiere con le labbra.
          - I bicchieri non si toccano e si deve escludere il cin-cin augurale.
          - Nei pranzi ufficiali tutti si alzano per il brindisi. Diversamente, nei
          pranzi privati, se il numero dei convitati non supera la ventina, è anche
          possibile rimanere seduti. In ogni caso gli ospiti si adeguano ai "segnali"
          che partono dall'anfitrione.

          1895 Brindisi
          Senza il tocco dei bicchieri

          Per brindisi, se trattasi di pranzi ufficiali, bisogna alzarsi in piedi. Non
          è di buon genere il tocco dei bicchieri.
          Per fare un brindisi si alza il bicchiere fissando la persona a cui si vuol
          brindare e che se ne sarà accorta, quindi lo si abbassa, vi si appressano le
          labbra e si beve qualche sorso, guardando sempre quella persona.
          Ciò facendo si resta seduti se il pranzo è privato, oppure se il brindisi è
          fatto da persona a persona in modo affatto incidentale e particolare.
          Ma ci si alza tutti in piedi quando si tratta d'un pranzo d'importanza.
          (Camilla Buffoni-Zappa, «Come si vive nella buona società»)

          1897 Brindisi
          Fuori moda in casa

          Un giovanotto può a tavola, in una festa di famiglia, fare un brindisi alla
          persona festeggiata, anche se questa è un ospite; è un diritto che spetta al
          capo della casa, ma egli, fatto un cenno al padre, si alza in piedi, prende
          il bicchiere ricolmo e volgendosi all'eroe della gaia cerimonia, dice le
          sacramentali parole: bevo alla salute, alla felicità, al successo, alla
          promozione, ecc., diS (Mantea, «Le buone maniere»)

          Brodo

          - Quando viene servito nella tazza con il manico, il brodo (dal germanico
          brod) si sorseggia direttamente dalla tazza.
          - Il cucchiaio si utilizza unicamente per mescolare e assaggiare il brodo.
          Ciò fatto, si appoggia sul piattino.
          ABBINAMENTO DEL VINO:
          - brodo ristretto (consommé): se realizzato con "fumetti" di grandi vini,
          nessun vino; diversamente, vino rosati o rossi, abboccati.
          - minestre in brodo: vini bianchi asciutti o abboccati o amabili; vini
          rosati secchi o abboccati.

          Brunch

          - L'orario per questa colazione si posiziona a mattina inoltrata.
          L'occasione viene dall'intervallo nei lavori di un convegno e di sfilate di
          moda.
          L'orario consiglia un buffet con latte, caffè, succhi di frutta, biscotti,
          torte, burro e marmellata, spremute, croissant. L'elenco potrebbe allungarsi
          con: salmone affumicato, aringhe, uova strapazzate, formaggi, torte salate,
          macedonia di frutta.

          Buffet

          - I cibi proposti nel buffet (pronuncia büfè) devono possedere, quale
          caratteristica, la facile manipolazione, in quanto alcuni ospiti potrebbero
          trovarsi nella condizione di mangiucchiare in piedi.
          Tartine e tramezzini devono assumere dimensioni tali da potersi consumare in
          un solo boccone.
          - La posizione del tavolo deve risultare accessibile a tutti gli invitati.
          - I convitati già serviti si devono preoccupare da lasciare lestamente il
          posto agli altri.
          - I piatti da servizio vuoti vanno prontamente sostituiti, in quanto
          potrebbero suggerire l'impressione di cibo razionato.
          - Piatti e posate «usa e getta» sono accettabili nei buffet più semplici,
          meno impegnativi.
          - Alla presentazione si risponde con un cenno del capo, anche senza porgere
          la mano.
          In un buffet non ci si trova sempre nella condizione ideale per ricevere o
          fare le presentazioni: un bicchiere in una mano, un tartina nell'altra e,
          magari, la bocca piena.

          Burro

          - Disposto sul vassoietto apposito, del burro ci si serve a turno
          utilizzando il coltello speciale, prendendone una noce che si deposita sul
          piattino o, in assenza, sul bordo del piatto.
          - Si imburra un pezzetto di pane (tale da potersi ingerire in un solo
          boccone), non una tartina intera.









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