


Vini di Francia
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Champagne (Prima parte)
La Champagne è una regione della Francia Nord-Orientale a
circa 150 Km da Parigi.
Il suo nome probabilmente deriva dal latino "campania", che
significa campagna.
Non è facile stabilire con esattezza quando la coltivazione della vite
sia comparsa nello Champagne.
La vite selvatica (non adatta alla vinificazione) era già presente in
Francia nell'era terziaria, ma probabilmente la comparsa della vitis
vinifera è da attribuirsi ai Romani, oppure ai Greci stabilitisi a
Marsiglia sin dagli inizi del secolo VI a.C.
Le guarnigioni romane dovevano provvedere al proprio sostentamento
ed il vino rappresentava parte primaria dell'alimentazione, dato - fra l'altro -
che esso veniva utilizzato per disinfettare l'acqua da bere.
I vigneti impiantati dalla truppe passarono, poi, ad essere coltivati dai coloni;
in tal modo la viticoltura metteva le radici tra la popolazione.
Quando Remigio divenne vescovo di Reims nel 458, il vino rappresentava
già un prodotto tipico dell'agricoltura della Champagne.
Il vino prodotto dai religiosi e dai nobili per molti secoli rimase molto
diverso da quello di oggi; nella regione venivano prodotti vini bianchi e
rossi, che, però, non riscuotevano lo stesso successo di quelli della
Borgogna e del Bordolese.
Henry d'Andely, trovatore del XIII secolo, nella sua "Battaglia dei vini"
(componimento di natura comica) giudica il vino di Eperney troppo traditore,
perché spesso non si riusciva a controllare la presa di spuma.
Il vino spumante all'epoca era considerato (e continuò ad esserlo per
parecchi secoli) dannoso alla salute, perché il palato dell'epoca non era
abituato alla spuma, ed infatti veniva consumato diluito con acqua.
La Champagne è regione nordica, posta ai limiti della coltivabilità della vite
e le uve non potevano avere lo stesso apporto di calore di quelle della
Borgogna e delle regioni meridionali.
Il precoce arrivo del freddo autunnale inibiva la fermentazione del mosto,
impedendo a tutto lo zucchero di trasformarsi in alcool.
Ai primi tepori della primavera, quando il vino era ormai imbottigliato,
la fermentazione ripartiva, rendendo il vino petillant.
Nonostante ciò, il vino nella Champagne iniziò a diffondersi lentamente all'estero.
Nel cinquecento il vino della Champagne era largamente apprezzato negli
altri paesi. Prova ne è, che persino il Papa Leone X, figlio di Lorenzo il
Magnifico, acquistò alcuni vigneti ad Ay.
Nel XVII secolo i vini della Champagne gareggiarono con quelli della
Borgogna e cominciarono ad apparire vini bianchi spumanti (musseau).
Nel 1668 i vigneti della famosa Abbazia benedettina di Hautvillers vennero
affidati ad un frate non ancora trentenne destinato a lasciare un segno
profondo nella storia dello Champagne: Dom Pérignon.
Attorno al nome di Dom Pérignon si è creato un vero mito, ridimensionato
dagli studiosi moderni (a Dom Pérignon è stato a torto attribuita l'invenzione
del tappo di sughero e addirittura la creazione del metodo champenoise),
è indubbio, però, che egli fu un grande cantiniere e certamente gli si può
riconoscere un grande merito: quello di avere inventato la cuvée, ossia
la selezione di uve nere e bianche provenienti da diversi vigneti (crus).
Per tutto il Settecento nella Champagne continuarono ad essere prodotti
vini bianchi e rossi, ma gli spumanti conquistarono progressivamente il mercato.
Soprattutto negli anni della reggenza di Filippo d'Orleans (1715-1723) lo
Champagne fu apprezzato come il compagno ideale per festeggiamenti,
serate di gala ed inviti galanti.
La mano femminile riveste un'importanza determinante per il perfezionamento
delle tecniche di vinificazione e di commercializzazione dello champagne.
Due donne, in particolare, dotate di eccezionale spirito di intraprendenza,
impressero la loro immagine nel mondo dello champagne.
Barbara Nicoletta Ponsardin, meglio conosciuta come la vedova Clicquot,
perfezionò la tecnica del "remuage", servendosi di un tavolo di cucina
per tenere le bottiglie e fare in modo che le fecce si depositassero sopra
il tappo, in modo da essere eliminate con la sboccatura.
Louise Melin, sposata a Louis Alexandre Pommery , diede una svolta
decisiva alla commercializzazione dello champagne imponendo al mercato
il gusto secco del prodotto, fino ad allora prevalentemente apprezzato
come vino dolce.
Da questo momento in poi il successo dello champagne non ebbe
più limite, varcando i confini della Francia per estendersi a tutto il mondo.
Degni di nota
Champagne M. Hostomme et ses fils
Cuvée Harmonie
35 % Pinot Noir - 65 % Chardonnay
Degustazione - Una Cuvée profumata (note di frutti rossi, di pane al latte).
Si apprezza particolarmente il gusto fine, la sua freschezza e
l'impressione di leggerezza che lascia in bocca.
Di buon equilibrio, da utilizzarsi soprattutto come aperitivo.
Prezzo in enoteca 91 Frs.
Binet Brut Selection
70 % Pinot Noir - 30 % Chardonnay
Questa casa è situata a Rilly La Montagne, fra Reims ed Epernay,
a fianco della strada turistica dei vini dello Champagne.
Questa cuvée proviene da vigneti impiantati nei migliori crus della zona.
Degustazione - Presenta un colore leggermente ambrato-dorato.
Apprezzabile l'aroma di erba seccata, con note di frutta sotto spirito.
Champagne sorprendente per il suo gusto grasso e vinoso.
Austero, tuttavia non mancante d'eleganza.
Prezzo in enoteca 263 Frs.
N.B. : tutte le indicazioni (prezzi compresi), si riferiscono al mercato interno
francese.
Pierfranco Schiaffino