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Barolo Docg

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Gazzetta Ufficiale n. 21 del 22 gennaio 1981.
Tipologia: Barolo e Barolo riserva.
Vitigni: Vitigno Nebbiolo delle sottovarietà Michet, Lampia e Rosé.
Zona di produzione: Comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba e in parte il territorio dei comuni di Monforte d'Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d'Alba, Cherasco e Roddi tutti in provincia di Cuneo.
Condizioni ambientali: Sono da considerarsi idonei unicamente i vigneti collinari di giacitura e orientamento adatti e i cui terreni siano preminentemente argilloso-calcarei.
Resa massima: 8 t. per ettaro.
Titolo alcolometrico volumico totale: 12,5% minimo.
Resa massima dell'uva: Inferiore al 70% e dopo invecchiamento al 65%.
Invecchiamento: Almeno tre anni e conservato per almeno due anni di detto periodo in botti di rovere o di castagno. Il periodo di invecchiamento decorre dal l° gennaio successivo all'annata di produzione delle uve.
È consentita l'aggiunta, a scopo migliorativo, di Barolo più giovane a identico Barolo più vecchio o viceversa nella misura massima del 15%.
In etichetta dovrà figurare il millesimo relativo al vino che concorre in misura maggiore.
Il Barolo sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore a cinque anni può portare come specificazione aggiuntiva la dizione riserva. Le bottiglie devono essere chiuse con tappo di sughero.

Quando si parla di Barolo si parla di una dei più grandi vini d'Italia se non del mondo intero. Il Barolo si produce nella zona del comune che ne da il nome, nelle Langhe, in provincia di Cuneo. Terra di vino e di castelli medioevali, le Langhe ci danno un senso di riposo e di tranqullità e percorrere le sue strade è sempre un piacere.

Il Barolo ha una grande storia alle spalle e l'inizio della produzione si ha agli inizi dell'800 quando si tento di fare un vino che assomigliasse ai vini di Bordeaux, allora come oggi molto apprezzati. Camillo Benso conte di Cavour, che possedeva parecchi terreni, fece venire un grande enologo francese e grazie anche al terreno e al clima, il gioco fu fatto! Fu proprio grazie ai suoi profumi intensi e al grande invecchiamento che può sopportare che diventò in pochi anni uno dei vini maggiormente richiesti.

Questo vino ha un colore rosso granato con riflessi aranciati, un profumo caratteristico, fruttato, intenso e gradevole, con sentori di mora e viole, speziato. In bocca è asciutto, pieno, robusto e vellutato al tempo stesso. Si abbina perfettamente con piatti della tradizione piemontese come carni rosse e brasati, preparazioni con tartufo bianco, i famosi agnolotti del plin o formaggi stagionati.