La Grecia è forse l'unico paese del mondo, assieme al nostro, che contiene un tappeto di riconoscimenti così fitto e intrecciato. Basta aver fatto qualche studio medio-classico per gonfiarsi gli occhi e la memoria di nomi di travolgente importanza nella nostra formazione. La Grecia inoltre, è l'unico paese, assieme alla Spagna, che ha un gusto del convivio così immanente da consentire di mangiare fuori a quasi tutte le ore del giorno e della notte. E' normale andare a cena dopo le 2100, è normale vedere avventori con il naso incastrato nel menù poco prima di mezzanotte, oppure vasti piatti di fritto alle cinque emmezza del pomeriggio. A differenza della Spagna però ha una gastronomia che non è stata premiata da altrettanto sviluppo: anzi resta una piccola Tavola con tre o quattro ingredienti, preparati in due o tre modi differenti, per la verità sempre più banali che semplici.
La famosa insalata greca è una insalata tout court (italiana, turka, norvegese) con sopra due mattonelle di feta, probabilmente uno dei formaggi più sopravvalutati del mondo. La moussaka vien preparata con tutte le sfumature che si possono trovare in un film muto degli anni venti, e lo strombazzato souvlaki è alla fine uno stolido spiedino.
Tutto però vien preparato con una certa levità, con una gioia dimenticata: soprattutto sorprende trovare camerieri che non odiano i loro clienti. Incredibilmente ho trovato anche un segnale di avanzata civiltà che pregherei di prendere ad esempio anche ai nostri pluri-pata-stellati: la bilancia per le porzioni a peso. Le piace il sarago? cià, un chilo e due, questo è lo scontrino, paracalò efkalistò finite le discussioni.
Diciamo che gli eventi gastronomicamente più rilevanti sono fortemente imbiancati di polvere mediorientale: doner e yoghurt alla turka, pita maghrebina, sis kebab arabo. Cucina di strada.
Mentre la cucina contemporanea invece risente di qualche complesso di inferiorità, del tutto giustificato, verso le grandi cucine occidentali. Per esempio è del tutto aliena dall lezione di Escoffier e della porzionatura individuale. Ci si siede con il piattino vuoto davanti e si partecipa alle portate, solidalmente. E ne hai donde, perchè le porzioni sono mediamente colossali.
Del resto ad Atene si andava per nutrire lo spirito: i greci antichi amavano lo sport, indulgevano in una certa promiscuità che oggi sarebbe il peggiore dei peccati, ma non avevavo la crapula inscritta dentro come poi i crudeli e ghiotti Romani.
Bere, invece bevevano: il perfido vino resinato che tanto ho in ubbìa, che invece oggi ha espressioni che potrebbero lasciare di stucco più d'uno. Ma questa, e quella del Symposio in cui si esprimeva l'arte oratoria solo da ubriachi persi, è un'altra storia.
"animula vagula blandula hospes comesque corporis"
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Inserito da Giulia V.
il 26 agosto 2011 alle 17:59http://www.ibs.it/code/9788807104534/catoni-m-luisa/bere-vino-puro-immagini.html