Tigullio Vino Homepage Home TigullioVino.it Blog Blog Vinix

> Operatori
» Registrazione operatori
» Operatori già registrati
» Club
» Pubblicità
» Newsletter
» Annunci vino-cibo
» Aggiungi ai Preferiti

> News e iniziative
» News ed eventi di rilievo
» Eventi locali, degustazioni
» Terroir Vino

> Contenuti e risorse
» Naviga per regione
» Vino & Olio
» Aziende testate
» Rubriche
» Tgv Blog
» Doc e Docg
» Recensioni Ristoranti
» Esperti
» Strade del Vino
» Parchi italiani
» Viaggi
» Video
» Contatti
» Faq

> Interagire col sito
»
Invia campionatura vino
»
Invia campionatura olio
» Segnala eventi
» Invia comunicati stampa
» Associati al Club
» Recensioni ristoranti
» Invia ricette


> Iscrizione newsletter
Iscriviti alla newsletter di TigullioVino.it per ricevere settimanalmente gli aggiornamenti via e-mail con le degustazioni, le news e gli approfondimenti della Redazione.
La tua e-mail :



> Pubblicità

> Siti e blog del Network
TigullioVino (Magazine)
Vinix (Social Network)
VinoClic (Pubblicità)


Aggiungi alla barra di Google
Il Blog Network di TigullioVino.it
VinoPigro
A Modest Proposal, di Riccardo Modesti
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0

TigullioVino.it ©
E' vietata la copia, anche parziale, senza esplicita autorizzazione della Redazione.
Mappa del sito
Chi siamo / curiosità
Links
Privacy
Contatti







          
                      
Vini e Notizie dal Centro-Sud

Torna all'archivio
Segnala questo articolo ad un amico


Castagneto Grand Tasting, i Vini di Bolgheri
di Fabio Cimmino

Sabato 29 Aprile 2006 ho preso parte al consueto appuntamento di
degustazione organizzato al Campestrello Sport di Donoratico in occasione
della rassegna annuale "Castagneto a Tavola". Ben 92 vini in degustazione
tra bottiglie già in commercio o nell'imminenza di essere avviate al
mercato. Un numero cospicuo di campioni che sta a dimostrare come i fermenti
nella zona siano tutt'altro che sopiti nonostante i prezzi dei terreni
abbiamo raggiunto ormai quotazioni inaccessibili. Dinamicità di iniziative
che non sempre corrisponde a risultati altrettanto apprezzabili soprattutto
in considerazione dei prezzi sempre e comunque piuttosto elevati. In questo
senso è da sottolineare come molte aziende, anche le più blasonate, abbiano
introdotto e deciso sempre più di puntare anche su un vino di primo prezzo
da poter proporre e con il quale poter rispondere alle pressanti richieste
della ristorazione locale e, in ogni caso, in grado di contribuire a far
girare meglio il magazzino ottenendo un più veloce ritorno anche in termini
economici.

Prima di passare alle note dei vini che più mi sono piaciuti è doveroso fare
ancora qualche ulteriore considerazione di carattere più generale. Prima di
tutto la produzione bianchista della zona rimane ancora oggi trascurabile
non tanto per il ridotto numero di etichette in sè ma soprattutto per la
qualità dei prodotti: eseguiti quasi sempre in maniera impeccabile ma troppo
scolastica e poco emozionale. In secondo luogo tra i rossi non è che le cose
vadano molto meglio. Premesso che non sono un grande estimatore del "taglio
bordolese" all'italiana trovo, indipendentemente da ciò, grosse difficoltà a
relazionarmi con questi vini ed anche in questo caso quello che troppo
frequentemente latita è la vera emozione. Uvaggi più o meno complessi e
stili di vinificazione con massiccio impiego di legni quasi sempre piccoli e
quasi sempre nuovi. Scarso interesse verso il Sangiovese che qui in zona
secondo i più non troverebbe terreni vocati se non rarissime eccezioni
mentre io continuo a ritenere, voce decisamente isolata dal coro, che,
invece, anche quando non in purezza, in piccole percentuali possa
rappresentare la via toscana e bolgherese, più nello specifico, alternativa
al classico taglio bordolese ottenuto dai soli(ti) vitigni francesi.

EccoVi dunque un breve guida ragionata alla luce degli assaggi effettuati lo
scorso fine Aprile.


ZONA BOLGHERI DOC VINI BIANCHI

Bolgheri Bianco 2005 Michele Satta

Un 70% di Trebbiano ed un 30% di Vermentino che conferisce una leggerissima
nota floreale elegante non così sfacciata o aggressiva come, invece, fanno
molti altri pseudo-vermentino della zona che tradiscono i tratti vegetali ed
aromatici più tipici di un Sauvignon.

Lunare 2004 Ceralti
Si tratta di un blend di Chardonnay, Traminer e Viogner. Nonostante io non
sia un amante dei bianchi passati in legno e questo vino trascorra ben 10
mesi in barrique, non ho avvertito quel senso di disagio che questa
tipologia solitamente provoca alle mie papille gustative. Riuscito in questo
senso il mix tra frutto e l'affumicatura del rovere.

Grattamacco 2004 Collemassari
Anche in questo caso un 50% della massa affina in barriques per 8 mesi. Si
avvertono ricordi di un avvenuto batonnage sulle fecce fini ed una
mineralità rupestre veramente unica che è distintiva del terroir di
Grattamacco. Pur essendo già sul mercato da un pò, secondo me abbisognava di
maggiore tempo in bottiglia come dimostra il raggiungimento solo adesso
della sua forma ottimale.


ZONA BOLGHERI DOC VINI ROSSI DI PRONTA BEVA


Felciaino 2005 Giovanni Chiappini
L'uvaggio prevede affianco ad un 70% di Sangiovese un saldo paritario di
Cabernet Sauvignon e Merlot. Ancora giovanissimo esce bene nel bicchiere
sulla distanza. Acceni un pò rustici ed una lievissima nota minerale
imprimono vigore e maggiore personalità a questo vino "base".


ZONA BOLGHERI DOC VINI ROSSI ANNATA 2004

Diambra 2004 Michele Satta

Colore scarico e naso poco espressivo poggiato su un flebile vegetale.
Coerente al palato. Mi ha affascinato ed intrigato per questa sua semplicità
dichiarata fin dal dismesso impatto cromatico. Sangiovese dominante con
aggiunte di Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah ed altri vitigni.
Piacevolmente fresco.

Le Volte 2004 Tenuta Ornellaia
Un colore ancora una volta amabilmente più scarico ed umano. Naso
interessante. La sua buona dose di rovere (di barriques di 2° passaggio) non
intacca il frutto. Sangiovese, Merlot ed un tocco di Cabernet Sauvignon per
il vino "base" della Tenuta.

Antillo 2004 Guado al Melo
Sangiovese al 70% con un 30% di Cabernet Sauvignon ed altri vitigni. La
nuova avventura di Attilio Scienza e famiglia ricomincia da qui. Non siamo
difronte ad un mostro di personalità ma il Sangiovese riesce ad apportare
quella giusta carica di carattere che rende il naso appena più interessante
della media di molti dei campioni in degustazione.

Digià 2004 Batzella
Non convince fino in fondo per le note vegetali ed una certa rilassatezza
d'insieme. Eppure dimostra di avere una sua forza caratteriale espressiva
che gli fa meritare quanto meno l'onore della menzione. Cabernet Sauvignon e
Syrah con una piccola percentuale di Cabernet Franc. Solo il 30% della massa
affina in barriques di 2° passaggio.

Bolgheri Rosso 2004 Collemassari
Non particolarmente espressivo ma spontaneamente sincero. Cabernet
Sauvignon, Merlot e Sangiovese più o meno in parti uguali. I 10 mesi in
barriques, pur di 2° e 3° passaggio, a tratti emergono nello sviluppo
organolettico del vino.

Campo al Mare 2004 Campo al Mare
Anche questo non convince inizialmente: sfocato con note vegetali in
evidenza. Poi man mano rinviene dalla sua scompostezza nel bicchiere ed esce
sulla distanza, meglio al palato. Da uve Merlot, Cabernet Sauvignon e
Franc.

Serre Nuove 2004 Tenuta Ornellaia
Rispetto alle Volte qui al posto del Sangiovese il saldo è rappresentato da
Cabernet Franc e Petit Verdot. Pur nella sua esecuzione di apprezzabile
precisione mi lascia un pò perplesso. Lascia trasparire importanti lavori in
cantina.

Alfeo 2004 Ceralti
Blend paritario di Cabernet Sauvignon e Merlot. Naso di buona personalità
espressiva. Coerente al palato.

Poggio ai Ginepri 2004 Tenuta Argentiera
Un vino ben imbrigliato tra le note vegetali e le suggestioni della
barrique. 50% di Cabernet Sauvignon, 25% di Syrah ed altrettanto di Merlot
affinati per 10 mesi in rovere francese.

Guardaboschi 2004 Le Fornacelle
Merlot dominante, saldo di Cabernet Franc con un piccolo contributo di
Cabernet Sauvignon. Barriques nuove per ben 15 mesi. Note vegetali di erbe
officinali che se da un lato rendono il quadro olfattivo più intrigante
dall'altro rappresentano anche il suo limite più evidente.

Impronte 2004 Giorgio Cavallari

Cabernet Sauvignon e Franc all ricerca di un profilo più elegante e meno
scontato. Buona coerenza gusto-olfattiva. Fresco e forse solo un pò troppo
corto e sfuggente nel finale.


ZONA BOLGHERI DOC VINI ROSSI 2003

Lagone 2003 Aia Vecchia

Note vegetali del Cabernet Sauvignon e del Merlot affrontate con serietà di
impostazione. Freschezza quasi agrumata (che fa pensare ad una volatile
volutamente spinta più al limite). Buona la coerenza e l'apprezzamento al
palato. Piccolo saldo di Syrah.

Acciderba 2003 Serni Fulvio Luigi
Fase di riduzione iniziale. Ritornano, quindi, le note vegetali di Cabernet
e Merlot con un tocco animale e floreale imputabile forse al Sangiovese. Al
palato si impongono gli aspetti vegetali e la tostatura mutuata dai 12 mesi
in barriques.

Guado al Melo rosso 2003 Guado al Melo
Da non confondere con la versione Superiore che è apparsa quasi imbarazzante
per le sue note spudoratamente passite. Colore decisamente scarico. Un
frutto un pò vago e confetturato gettano qualche ombra sull'impanto
olfattivo mentre al palato chiude sapido e lungo ridando la serenità di
giudizio e portandomi ad una valutazione complessiva positiva. Classico
taglio Cabernet e Merlot.

Scopaio 2003 Cipriana
Salmastro e marino sembra se non altro meritevole per il tentativo di
seguire una strada diversa dalla ripetitiva combinazione di frutto, rovere e
spezie. Abbisogna di maggior tempo nel bicchiere. Cabernet, Merlot e Syrah.

I Castagni 2003 Michele Satta
Dopo iniziali note di riduzione mostra una maggiore serietà espressiva
giocata tra sentori vegetali ed animali. Cabernet e Syrah per 18 mesi in
barriques.

Guado de'Gemoli 2003 Giovanni Chiappini
C'è un legno ancora leggermente invasivo in questo uvaggio di Cabernet e
Merlot. Dopo aver superato una fase di riduzione iniziale mostra un naso
dolce nonostante qualche cenno animale. Anche al palato sembra la dolcezza
del frutto e del rovere ad essere protagonista indiscussa.

Guado al Tasso 2003 Guado al Tasso
Non è il mio genere di vino ma bisogna riconoscere una certa abilità
realizzativa. La maggior delicatezza espressiva del naso basata sul frutto è
però intaccata al palato da un tannino decisamente importante che sembra
invece derivare da un uso troppo disinvolto del rovere.

Sassicaia 2003 Tenuta San Guido
Semplicità che non rappresenta mai un limite ma un valore aggiunto quando si
parla di Sassicaia. Anche in una vendemmia siccitosa come la 2003 la ricerca
di classe ed eleganza non vengono meno. In merito al contenuto del bicchiere
è ancora presto esprimere una valutazione definitiva ben conoscendo i tempi
più lunghi e meditati di cui questo vino necessita per esprimersi al meglio.

Ornellaia 2003 Tenuta Ornellaia

Il tentativo di seguire la strada del precedente campione è evidente. Il
risultato finale sembra essere, però, non essere pienamente eguagliato. In
questo momento il vino risulta, infatti, più condizionato da un rovere
ancora in evidenza.

Grattamacco 2003 Collemassari

Il miglior 2003 in degustazione, almeno per me. Un conferma anche nelle
annate difficili come questa. Un bel colore vivo e profumi intensi e
fascinosi al naso preludono ad una prestazione brillante, difficile da
prevedere in un'annata così calda. Il frutto giustamente maturo (solo
lievissimi accenni di confettura) si rivela senza esitazioni in una bella
prova di insieme.


ALTRI VINI ROSSI:

Messorio 2002 e Paleo rosso 2002 Le Macchiole

Un'altra annata minore che ci regala due rossi delle stessa azienda già
piuttosto evoluti ma allo stesso contempo di una certa complessità e
persistenza. Il Messorio punta sulla dolcezza del Merlot mentre il Paleo,
pur scontando una presenza più avvertibile del rovere, cerca una maggiore
profondità espressiva.

Sor Ugo 2002 Aia Vecchia e Cavaliere 2001 di Michelle Satta

Due vini che mi hanno confuso più che convinto eppure mi è sembrato più un
mio limite che dei vini in sè. Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot per
il Sor Ugo segnato da sentori vegetali e ricordi del rovere. Sangiovese in
purezza per il Cavaliere di Satta, chiuso, introverso ma stimolante nel suo
tentativo di perseguire uno stile ed una strada così diversì.


Fabio Cimmino