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Vini e Notizie dal Centro-Sud![]() ![]() Castagneto Grand Tasting, i Vini di Bolgheri di Fabio Cimmino Sabato 29 Aprile 2006 ho preso parte al consueto appuntamento di degustazione organizzato al Campestrello Sport di Donoratico in occasione della rassegna annuale "Castagneto a Tavola". Ben 92 vini in degustazione tra bottiglie già in commercio o nell'imminenza di essere avviate al mercato. Un numero cospicuo di campioni che sta a dimostrare come i fermenti nella zona siano tutt'altro che sopiti nonostante i prezzi dei terreni abbiamo raggiunto ormai quotazioni inaccessibili. Dinamicità di iniziative che non sempre corrisponde a risultati altrettanto apprezzabili soprattutto in considerazione dei prezzi sempre e comunque piuttosto elevati. In questo senso è da sottolineare come molte aziende, anche le più blasonate, abbiano introdotto e deciso sempre più di puntare anche su un vino di primo prezzo da poter proporre e con il quale poter rispondere alle pressanti richieste della ristorazione locale e, in ogni caso, in grado di contribuire a far girare meglio il magazzino ottenendo un più veloce ritorno anche in termini economici. Prima di passare alle note dei vini che più mi sono piaciuti è doveroso fare ancora qualche ulteriore considerazione di carattere più generale. Prima di tutto la produzione bianchista della zona rimane ancora oggi trascurabile non tanto per il ridotto numero di etichette in sè ma soprattutto per la qualità dei prodotti: eseguiti quasi sempre in maniera impeccabile ma troppo scolastica e poco emozionale. In secondo luogo tra i rossi non è che le cose vadano molto meglio. Premesso che non sono un grande estimatore del "taglio bordolese" all'italiana trovo, indipendentemente da ciò, grosse difficoltà a relazionarmi con questi vini ed anche in questo caso quello che troppo frequentemente latita è la vera emozione. Uvaggi più o meno complessi e stili di vinificazione con massiccio impiego di legni quasi sempre piccoli e quasi sempre nuovi. Scarso interesse verso il Sangiovese che qui in zona secondo i più non troverebbe terreni vocati se non rarissime eccezioni mentre io continuo a ritenere, voce decisamente isolata dal coro, che, invece, anche quando non in purezza, in piccole percentuali possa rappresentare la via toscana e bolgherese, più nello specifico, alternativa al classico taglio bordolese ottenuto dai soli(ti) vitigni francesi. EccoVi dunque un breve guida ragionata alla luce degli assaggi effettuati lo scorso fine Aprile. ZONA BOLGHERI DOC VINI BIANCHI Bolgheri Bianco 2005 Michele Satta Un 70% di Trebbiano ed un 30% di Vermentino che conferisce una leggerissima nota floreale elegante non così sfacciata o aggressiva come, invece, fanno molti altri pseudo-vermentino della zona che tradiscono i tratti vegetali ed aromatici più tipici di un Sauvignon. Lunare 2004 Ceralti Si tratta di un blend di Chardonnay, Traminer e Viogner. Nonostante io non sia un amante dei bianchi passati in legno e questo vino trascorra ben 10 mesi in barrique, non ho avvertito quel senso di disagio che questa tipologia solitamente provoca alle mie papille gustative. Riuscito in questo senso il mix tra frutto e l'affumicatura del rovere. Grattamacco 2004 Collemassari Anche in questo caso un 50% della massa affina in barriques per 8 mesi. Si avvertono ricordi di un avvenuto batonnage sulle fecce fini ed una mineralità rupestre veramente unica che è distintiva del terroir di Grattamacco. Pur essendo già sul mercato da un pò, secondo me abbisognava di maggiore tempo in bottiglia come dimostra il raggiungimento solo adesso della sua forma ottimale. ZONA BOLGHERI DOC VINI ROSSI DI PRONTA BEVA Felciaino 2005 Giovanni Chiappini L'uvaggio prevede affianco ad un 70% di Sangiovese un saldo paritario di Cabernet Sauvignon e Merlot. Ancora giovanissimo esce bene nel bicchiere sulla distanza. Acceni un pò rustici ed una lievissima nota minerale imprimono vigore e maggiore personalità a questo vino "base". ZONA BOLGHERI DOC VINI ROSSI ANNATA 2004 Diambra 2004 Michele Satta Colore scarico e naso poco espressivo poggiato su un flebile vegetale. Coerente al palato. Mi ha affascinato ed intrigato per questa sua semplicità dichiarata fin dal dismesso impatto cromatico. Sangiovese dominante con aggiunte di Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah ed altri vitigni. Piacevolmente fresco. Le Volte 2004 Tenuta Ornellaia Un colore ancora una volta amabilmente più scarico ed umano. Naso interessante. La sua buona dose di rovere (di barriques di 2° passaggio) non intacca il frutto. Sangiovese, Merlot ed un tocco di Cabernet Sauvignon per il vino "base" della Tenuta. Antillo 2004 Guado al Melo Sangiovese al 70% con un 30% di Cabernet Sauvignon ed altri vitigni. La nuova avventura di Attilio Scienza e famiglia ricomincia da qui. Non siamo difronte ad un mostro di personalità ma il Sangiovese riesce ad apportare quella giusta carica di carattere che rende il naso appena più interessante della media di molti dei campioni in degustazione. Digià 2004 Batzella Non convince fino in fondo per le note vegetali ed una certa rilassatezza d'insieme. Eppure dimostra di avere una sua forza caratteriale espressiva che gli fa meritare quanto meno l'onore della menzione. Cabernet Sauvignon e Syrah con una piccola percentuale di Cabernet Franc. Solo il 30% della massa affina in barriques di 2° passaggio. Bolgheri Rosso 2004 Collemassari Non particolarmente espressivo ma spontaneamente sincero. Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese più o meno in parti uguali. I 10 mesi in barriques, pur di 2° e 3° passaggio, a tratti emergono nello sviluppo organolettico del vino. Campo al Mare 2004 Campo al Mare Anche questo non convince inizialmente: sfocato con note vegetali in evidenza. Poi man mano rinviene dalla sua scompostezza nel bicchiere ed esce sulla distanza, meglio al palato. Da uve Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc. Serre Nuove 2004 Tenuta Ornellaia Rispetto alle Volte qui al posto del Sangiovese il saldo è rappresentato da Cabernet Franc e Petit Verdot. Pur nella sua esecuzione di apprezzabile precisione mi lascia un pò perplesso. Lascia trasparire importanti lavori in cantina. Alfeo 2004 Ceralti Blend paritario di Cabernet Sauvignon e Merlot. Naso di buona personalità espressiva. Coerente al palato. Poggio ai Ginepri 2004 Tenuta Argentiera Un vino ben imbrigliato tra le note vegetali e le suggestioni della barrique. 50% di Cabernet Sauvignon, 25% di Syrah ed altrettanto di Merlot affinati per 10 mesi in rovere francese. Guardaboschi 2004 Le Fornacelle Merlot dominante, saldo di Cabernet Franc con un piccolo contributo di Cabernet Sauvignon. Barriques nuove per ben 15 mesi. Note vegetali di erbe officinali che se da un lato rendono il quadro olfattivo più intrigante dall'altro rappresentano anche il suo limite più evidente. Impronte 2004 Giorgio Cavallari Cabernet Sauvignon e Franc all ricerca di un profilo più elegante e meno scontato. Buona coerenza gusto-olfattiva. Fresco e forse solo un pò troppo corto e sfuggente nel finale. ZONA BOLGHERI DOC VINI ROSSI 2003 Lagone 2003 Aia Vecchia Note vegetali del Cabernet Sauvignon e del Merlot affrontate con serietà di impostazione. Freschezza quasi agrumata (che fa pensare ad una volatile volutamente spinta più al limite). Buona la coerenza e l'apprezzamento al palato. Piccolo saldo di Syrah. Acciderba 2003 Serni Fulvio Luigi Fase di riduzione iniziale. Ritornano, quindi, le note vegetali di Cabernet e Merlot con un tocco animale e floreale imputabile forse al Sangiovese. Al palato si impongono gli aspetti vegetali e la tostatura mutuata dai 12 mesi in barriques. Guado al Melo rosso 2003 Guado al Melo Da non confondere con la versione Superiore che è apparsa quasi imbarazzante per le sue note spudoratamente passite. Colore decisamente scarico. Un frutto un pò vago e confetturato gettano qualche ombra sull'impanto olfattivo mentre al palato chiude sapido e lungo ridando la serenità di giudizio e portandomi ad una valutazione complessiva positiva. Classico taglio Cabernet e Merlot. Scopaio 2003 Cipriana Salmastro e marino sembra se non altro meritevole per il tentativo di seguire una strada diversa dalla ripetitiva combinazione di frutto, rovere e spezie. Abbisogna di maggior tempo nel bicchiere. Cabernet, Merlot e Syrah. I Castagni 2003 Michele Satta Dopo iniziali note di riduzione mostra una maggiore serietà espressiva giocata tra sentori vegetali ed animali. Cabernet e Syrah per 18 mesi in barriques. Guado de'Gemoli 2003 Giovanni Chiappini C'è un legno ancora leggermente invasivo in questo uvaggio di Cabernet e Merlot. Dopo aver superato una fase di riduzione iniziale mostra un naso dolce nonostante qualche cenno animale. Anche al palato sembra la dolcezza del frutto e del rovere ad essere protagonista indiscussa. Guado al Tasso 2003 Guado al Tasso Non è il mio genere di vino ma bisogna riconoscere una certa abilità realizzativa. La maggior delicatezza espressiva del naso basata sul frutto è però intaccata al palato da un tannino decisamente importante che sembra invece derivare da un uso troppo disinvolto del rovere. Sassicaia 2003 Tenuta San Guido Semplicità che non rappresenta mai un limite ma un valore aggiunto quando si parla di Sassicaia. Anche in una vendemmia siccitosa come la 2003 la ricerca di classe ed eleganza non vengono meno. In merito al contenuto del bicchiere è ancora presto esprimere una valutazione definitiva ben conoscendo i tempi più lunghi e meditati di cui questo vino necessita per esprimersi al meglio. Ornellaia 2003 Tenuta Ornellaia Il tentativo di seguire la strada del precedente campione è evidente. Il risultato finale sembra essere, però, non essere pienamente eguagliato. In questo momento il vino risulta, infatti, più condizionato da un rovere ancora in evidenza. Grattamacco 2003 Collemassari Il miglior 2003 in degustazione, almeno per me. Un conferma anche nelle annate difficili come questa. Un bel colore vivo e profumi intensi e fascinosi al naso preludono ad una prestazione brillante, difficile da prevedere in un'annata così calda. Il frutto giustamente maturo (solo lievissimi accenni di confettura) si rivela senza esitazioni in una bella prova di insieme. ALTRI VINI ROSSI: Messorio 2002 e Paleo rosso 2002 Le Macchiole Un'altra annata minore che ci regala due rossi delle stessa azienda già piuttosto evoluti ma allo stesso contempo di una certa complessità e persistenza. Il Messorio punta sulla dolcezza del Merlot mentre il Paleo, pur scontando una presenza più avvertibile del rovere, cerca una maggiore profondità espressiva. Sor Ugo 2002 Aia Vecchia e Cavaliere 2001 di Michelle Satta Due vini che mi hanno confuso più che convinto eppure mi è sembrato più un mio limite che dei vini in sè. Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot per il Sor Ugo segnato da sentori vegetali e ricordi del rovere. Sangiovese in purezza per il Cavaliere di Satta, chiuso, introverso ma stimolante nel suo tentativo di perseguire uno stile ed una strada così diversì. Fabio Cimmino |