Tigullio Vino Homepage Home TigullioVino.it Blog Blog Vinix

> Operatori
» Registrazione operatori
» Operatori già registrati
» Club
» Pubblicità
» Newsletter
» Annunci vino-cibo
» Aggiungi ai Preferiti

> News e iniziative
» News ed eventi di rilievo
» Eventi locali, degustazioni
» Terroir Vino

> Contenuti e risorse
» Naviga per regione
» Vino & Olio
» Aziende testate
» Rubriche
» Tgv Blog
» Doc e Docg
» Recensioni Ristoranti
» Esperti
» Strade del Vino
» Parchi italiani
» Viaggi
» Video
» Contatti
» Faq

> Interagire col sito
»
Invia campionatura vino
»
Invia campionatura olio
» Segnala eventi
» Invia comunicati stampa
» Associati al Club
» Recensioni ristoranti
» Invia ricette


> Iscrizione newsletter
Iscriviti alla newsletter di TigullioVino.it per ricevere settimanalmente gli aggiornamenti via e-mail con le degustazioni, le news e gli approfondimenti della Redazione.
La tua e-mail :



> Pubblicità

> Siti e blog del Network
TigullioVino (Magazine)
Vinix (Social Network)
VinoClic (Pubblicità)


Aggiungi alla barra di Google
Il Blog Network di TigullioVino.it
VinoPigro
A Modest Proposal, di Riccardo Modesti
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0

TigullioVino.it ©
E' vietata la copia, anche parziale, senza esplicita autorizzazione della Redazione.
Mappa del sito
Chi siamo / curiosità
Links
Privacy
Contatti







          
                      

California Wines, di Max Roher

Max Roher

I vini statunitensi e soprattutto californiani sono stati spesso sottovalutati, ma ormai da tempo si guadagnano sempre di più la ribalta delle pubblicazioni specializzate e le lodi degli enologi. Maximilian Roher è la voce statunitense di TigullioVino.it, e con California Wines porta i lettori alla scoperta delle aree più nascoste e dei vini più pregiati di una regione dove c'è ancora molto da scoprire.

Chi è Max Roher
Archivio articoli


America ed etichette
Piccola guida alle denominazioni e indicazioni statunitensi.
Per non avere sorprese e poter scegliere in tranquillità.

di Maximilian Roher


Conoscere un vino significa anche conoscerne l'etichetta: per apprezzare debitamente un vino prodotto oltreoceano, è quindi necessario conoscere gli elementi comuni e le differenze con le indicazioni e denominazioni europee. Gli Sati Uniti approvano e riconoscono più di trecento diverse varietà di uve, cresciute in centosessanta diverse regioni. I coltivatori americani sono liberi di piantare qualsiasi varietà preferiscano su ogni tipo di terreno, e combinarle in bottiglia. Non è raro vedere blend di Tempranillo e Sangiovese, o Chardonnay e Sauvignon Blanc. E chi lo sa - forse tutti e quattro saranno imbottigliati insieme, un giorno.

Negli ultimi vent'anni, in America sono state approvate molte nuove leggi sull'etichettatura - alcune modellate sulle leggi europee, ma molte altre create da zero man mano che si imparano cose nuove su un territorio così vasto. Gli Stati Uniti sono uno stato dedito all'enologia da poco (meno di duecento anni) e nuove regioni vengono scoperte di continuo. Alcune hanno sviluppato un'ottima reputazione più velocemente di altre e anche qui, come in Europa, oggi le leggi proteggono contro chi cerca di approfittarsene.
Non è sorprendente che la prima regione vinicola statunitense a essere stata protetta sia anche la più famosa e rispettata, la Napa Valley. Per dichiarare la provenienza dalla Napa Valley sull'etichetta, la legge impone che l'85% del vino provenga dai confini di Napa. Sembra ovvio, ma aziende di altre regioni erano solite scrivere la parola "Napa" sull'etichetta per motivi di marketing. Delle buone uve Cabernet dalla Napa Valley possono vendersi per duemilacinquecento dollari a tonnellata, mentre la stessa uva cresciuta nella valle della California non supera i centottanta. Ora anche la regione del Sonoma è ora in tribunale per ricevere una simile protezione.



La California fu la prima a etichettare le bottiglie con il tipo d'uva negli anni '60. Per indicare il tipo d'uva sull'etichetta - chardonnay, merlot, ecc. - almeno il 75% del vino nella bottiglia deve essere di quella varietà. Questo può apparire insolito, visto che la maggior parte degli stati europei preferisce indicare la regione, fiduciosi che il consumatore conosca le varietà permesse dalla legge. Le blend che non hanno almeno il 75% di una singola varietà sono chiamate "vini da tavola". Questo termine, sfortunatamente, ha una connotazione negativa per molti consumatori, malgrado alcuni dei migliori vini americani siano blend. Per combattere questo pregiudizio, i produttori americani hanno il permesso di chiamare i loro vini come vogliono, e spesso si inventano nomi fantasiosi come Red Truck, Conundrum o Fat Bastard, per dirne qualcuno. La Meritage Society è stata creata per promuovere vini composti solo di varietà di Bordeaux (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petite Verdot e Malbec). Pagando una quota, i produttori possono indicare sulla bottiglia "Meritage Wine", una denominazione sempre più riconoscibile nell'ultima decade.
Tutto questo fa parte di una regola conosciuta come la regola del 75-85-95 percento. L'85% di un vino dev'essere di una singola annata per poter indicare l'anno in bottiglia, e per indicare una vigna specifica (es. la Peter's Vineyard) il 95% deve provenire dalla vigna stessa. La stragrande maggioranza opta però per il 100%: infatti, spesso le bottiglie hanno l'indicazione "Estate Wine" sull'etichetta, e questo significa che il 100% delle uve è stato coltivato sulla proprietà dell'azienda e che il risultante vino è stato interamente prodotto lì. Tale indicazione viene spesso considerata un marchio di qualità, perché il produttore ha avuto il completo controllo del suo prodotto.

Un altro elemento che viene spesso aggiunto all'etichetta, spesso grossolanamente frainteso, è "Riserva" o "Reserve Wine". In molti stati la parola ha dei parametri ben precisi, come la varietà dell'uva e il rendimento per ettaro, tempo trascorso in botti di rovere e tempo trascorso in cantina prima di essere venduto. È sorprendente come negli Stati Uniti non ci siano leggi di questo genere. Perciò la dicitura "Reserve Wine" significa un alto livello di qualità, ma il modo in cui viene raggiunto questo livello viene interamente lasciato all'azienda. Può essere lapalissiano come l'assaggiare vino da dieci botti e poi considerare la botte con la migliore qualità come riserva. L'unica regola è che se un'azienda produce un vino riserva deve produrre almeno un non riserva.


Per quanto riguarda la grafica, le aziende vinicole curano con attenzione la relazione tra l'impatto dell'etichetta e le vendite. Le etichette dei vini in America sono divise sostanzialmente in fun labels, quelle divertenti, molto colorate e con nomi umoristici e chiaramente dirette al pubblico meno raffinato (curiosità: quelle a tema animale vendono più, sembra) e quelle più serie. Qualunque sia la strategia e il target inseguito dall'azienda, dev'essere originale, memorizzabile e ordinato. Le informazioni su sentori, percentuali della blend, storia dell'azienda sono spesso destinate all'etichetta posteriore. Particolarità americana è l'indicazione sanitaria che dal 1989 è obbligatoria per ogni bevanda alcolica e dissuade dalla consumazione le donne incinte e chi sta per guidare. L'indicazione "contiene solfiti" salvaguarda dalle reazioni allergiche.


Max Roher