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          L'alter ego del cibo - Archivio articoli


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C’è un essere vivente, che tra le sue caratteristiche più rilevanti ha quella di dover prendere posizione circa se stesso, cosa per la quale è necessaria un’"immagine", una formula interpretativa.
A. Gehlen, L’Uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo (1940)

Fillide e Acamante
di Linda Dell'Amico



Cantato dalla letteratura occidentale, dalla mitologia greca al Decamerone del Boccaccio, il mandorlo, Amygdalus communis, è un albero di media statura (4-12 metri) a rami sparsi con foglie alterne, lucenti sulla pagina superiore e con margini seghettati. La pianta è originaria dell’Asia occidentale sino alla Persia e Turkestan, da dove si è diffuso a tutte le regioni del mediterraneo ad opera dei Greci a partire dal V e VI secolo. In Italia è coltivato su larga scala in Sicilia. La droga si estrae dai semi di due varietà: dulcis D.C. (mandorle dolci) ed amara D.C. (mandorle amare), esse sono morfologicamente uguali, ma si differenziano perché la varietà amara è più vicina alla varietà selvatica.
I semi di mandorle dolci differiscono dalle amare oltre per il loro sapore anche per la loro forma più lunga e schiacciata. I semi di mandorle dolci a differenza di quelle amare non contengono amigdalina, quindi sono innocue, mentre per gli altri principi attivi (oli grassi, essenziali…) la composizione è identica.

Nel Tesoro della Sanità, scritto dal Medico Romano Castor Durante nel 1679, ai semi di mandorle dolci vengono attribuite le seguenti virtù: "nutriscono assai, ingrassano, aiutano la vista, moltiplicano lo sperma, facilitano lo sputo, purgano il petto, fanno dormire, aumentano la sostanza del cervello, purgano le vie dell'orina, ingrassano i magri, aprono l'opilazioni del fegato, della milza e di tutte le vene, leniscono dalla gola, il loro olio giova ai dolori colici, alle passini del petto. Si mangiano al principio della primavera, sono appetitose, alle donne gravide levano la nausea. Si mangiano anche d'estate con poco zucchero, e quando il nocciolo è tenerello sono molli e delicate, le amare sono rimedio contro l'ubriacatezza, avanti pasto se ne mangiano sei o sette, ammazzano le volpi, in tutte le cose della medicina sono migliori di quelle dolci. Mangiandone quando sono secche sono di tarda digestione, dimorano molto nello stomaco, fanno dolere la testa".

La mandorla è infatti ricca di principi nutritivi grazie al caratteristico mix di vitamine A, B, E, emulsina, sali minerali, amidi, potassio, ferro, fosforo e calcio. La mandorla oltre a presentare proprietà emollienti e purgative, può contribuire a contenere la depressione e il suo consumo, abbinato a cibi acidi, rafforza il sistema immunitario.

I nostri progenitori avevano selezionato i cibi più adatti allo sviluppo psicofisico, ed i cibi privilegiati erano la frutta, gli ortaggi, gli amidi, i cereali, le fecole, i cibi proteici, i grassi.
Gli antichi mangiavano essenzialmente, semi come noci, nocciole, olive, frutta, grani di cereali di ogni tipo, semole, pane, gallette, miele, olio, ossa di animali, lische di pesci, miglio, farro, mele, pere, uva, bacche, frutti selvatici . Negli scavi, sotto le tribune del Colosseo, sono stati ritrovati resti di gusci di noci, nocciole, semi di zucca, melone, mela, fichi, uva, more, olive, resti analoghi sono stati ritrovati anche nelle tombe Etrusche.

Gli antichi Greci narravano che Fillide, una principessa Tracia, incontro' Acamante figlio di Teseo, sbarcato nel suo regno per una sosta durante la navigazione verso Troia. I due giovani si innamorarono perdutamente, ma Acamante fu costretto a proseguire con gli Achei per combattere nella guerra di Troia. La giovane principessa, dopo dieci anni di guerra, non vedendolo tornare con le navi vittoriose si lascio' morire per la disperazione. La dea Atena commossa da questa struggente storia d'amore decise di trasformare Fillide in uno splendido albero di mandorlo. Acamante in realta' non era morto e quando seppe che Fillide era stata trasformata in albero abbraccio' la pianta che, per ricambiare le carezze fece prorompere dai suoi nudi rami, fiori invece di foglie. Questo abbraccio continua ogni anno, quando i fiori del mandorlo annunciano la primavera. Uno spettacolo anticipato intorno ai templi di Agrigento, dove gli alberi germogliano a febbraio coprendo la valle di un suggestivo manto di petali bianchi.


Linda dell'Amico