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          L'alter ego del cibo - Archivio articoli


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          Dicembre 2001 - La maschera della Bulimia

          Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non
          so per chi, non so più intorno a che cosa: stat rosa pristina nomina, 
          nomina nuda tenemus.
          (Da " Il nome della rosa" di U.Eco)

          "C'era una volta un Re che amava pazzamente la caccia e che per essere 
          più libero di andarvi tutti i giorni non voleva prender moglie.
          Per sua sfortuna rifiuta una reginotta di spada piccola che aveva 
          per comare una strega. Quest'ultima lancia al Re una maledizione che gli 
          impedisce di andare a caccia.
          Non potendo il Re più fare il solito esercizio, cominciò ad ingrassare e in 
          poco tempo diventò così grasso da pesare due quintali con quel suo 
          pancione che pareva una botte. Soffiava peggio di un mantice, sudava 
          da allagare il pavimento e doveva subito riposarsi e mangiare qualche 
          cosa di sostanza per rimettersi in forza.
          Desolato consultava i migliori dottori sperando che lo facessero dimagrire. 
          I medici scrivevano ricette su ricette e non passava giorno che il 
          farmacista non mandasse a palazzo bicchieroni d'intrugli amari come il 
          fiele che dovevano guarire Sua Maestà; ma il Re più intrugli prendeva e 
          più grasso diveniva e nel palazzo reale avevano già allargato tutti gli usci 
          delle stanze.
          Finalmente la strega riesce con uno stratagemma a fargli sposare la sua 
          figlioccia, Cecina piccola come un cece, che si sistema nel pancione del 
          Re solleticandolo al punto da farlo mangiare sempre di più. 
          Solo quando lo considererà punito abbastanza, lo farà guarire dalla bulimia 
          facendolo ritornare alle dimensioni normali".

          La fiaba "Cecina" di Luigi Capuana è un chiaro esempio di un disturbo del 
          comportamento alimentare assai  frequente: il Re che trascura i piaceri 
          del sesso viene punito con la bulimia che lo porta ad una grassezza 
          spropositata.
          Mangiare è un fenomeno ben più complesso della semplice assunzione di 
          sostanze nutritive per espletare le nostre funzioni primarie.
          Il cibo implica un atto d'amore, d'aggressività, di modo di comunicare, 
          di essere persona e, quando questa catena di fenomeni si sbilancia, 
          si verifica una regressione con l'oggetto "cibo" (anoressia nervosa).
          Il cibo diventa il persecutore pericoloso da cui bisogna difendersi o al 
          contrario si ricerca in maniera esagerata perché solo così se ne realizza 
          il controllo placando la propria angoscia (bulimia nervosa).

          Alla base del malessere di entrambe le manifestazioni si trova sempre il 
          senso di frustrazione narcisistica dovuto all'impossibilità di avere il 
          controllo sull'oggetto d'amore, il cibo sostituisce tale oggetto.
          Nonostante le ipotesi avanzate per spiegare questo diffuso fenomeno 
          siano molteplici, è condivisa l'idea di un adeguarsi a quei modelli culturali 
          che prospettano ideali di bellezza/magrezza esagerata.
          Si tratta dunque di una complessa problematica che richiede un trattamennto 
          psicologico mirato e la terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata 
          particolarmente efficace per il suo costante agire sui pensieri disfunzionali.

          Ma cercando il mezzo per tentare di piacersi, non abbiamo travisato il fine?


          Dott.ssa Linda Dell'Amico