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          L'alter ego del cibo - Archivio articoli


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          Ottobre 2001 - La magia del cibo

          Qual è il punto d'incontro, il lieto inizio di ogni trattativa se non una bella 
          tavola imbandita?
          Con James Barrie si vola da Peter Pan nei giardini di Kensington, dove si 
          può trovare una tavola imbandita davvero speciale, quella delle fate. 
          Così J. Barrie descrive quel banchetto: "La tovaglia varia secondo le stagioni 
          perché i servi delle fate scuotono i rami degli alberi ed i fiori cadono sulla tavola. 
          Ci sono veri bicchieri e vino di tre qualità: di prugnolo*, di crespino ** e di 
          primula. Le fate ficcano le dita nel burro che proviene da radici di vecchi alberi 
          e quelle veramente incivili camminano a quattro zampe sulla tovaglia a caccia di 
          zucchero e altre leccornie da leccare con la lingua".
          E' interessante notare da quante prospettive si possa analizzare il cibo, senza però 
          trascurare il lato magico-terapico.
          Sin da epoche pre-cristiane l'uso propiziatorio di elementi vegetali e non, assieme 
          a scongiuri, formule, gesti apotropaici***, si sono utilizzati per guarigioni.
          E' interessante la ricerca svolta da J. M. Janzen sul rito terapeutico "lemba" (calmare), 
          diffuso con più funzioni benefiche dal secolo XVII° in un'ampia regione del Congo.
          Esistono malattie chiamate Lemba, antenati Lemba, una terapia lemba.
          E' per noi curioso che le svariate medicine impiegate per la cura dei pazienti quali 
          polveri minerali, sali, corteccie vegetali, erbe, frutti, come pure oggetti parafernali, 
          entrano in uso anche in riti di iniziazione dei sacerdoti-guaritori Lemba.
          Tali medicine sono state definite dagli indigeni come "medicine del villaggio e sacre 
          medicine per governare".
          Nel caso della stregoneria è affascinante come le donne cannibali (Vali) tra i 
          "Banandi" dello Zaire abbiano risentito del cambiamento economico, dove 
          parecchie donne si sono rese indipendenti.
          Le Vali infatti si riuniscono segretamente di notte nelle foreste compiendo danze 
          macabre ed oscene; durante il sabba mangiano carne umana, scambiando tra loro 
          le carni dei propri figli!
          Queste donne cannibali chiaramente impersonano sul piano mitico, simbolico e 
          psicologico, il male che è scatenato dalle donne modernizzanti con il loro rifiuto dei 
          valori ancestrali.
          Esiste allora un confine tra il cibo e l'uomo?

          Note

          * Crespino: frutice spinoso delle Berberidaree con frutti rossi, aciduli: se ne estrae la
            Berberina (alcaloide che si usa in medicina come amaro tonico).
          ** Prugnolo: arbusto delle Rosacee il cui frutto (drupa) è tondo e violetto dal sapore aspro.
          *** Apotropaico: che serve ad allontanare influenze maligne.

          Linda Dell'Amico