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Il mondo delle acquaviti o distillati, superalcolici, spiriti, di Angelo Matteucci
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Il blended whisky di Angelo Matteucci Nella prima metà del XIX° secolo, avendo creato il distillatore continuo, si rende disponibile un nuovo tipo di whisky scozzese, il grain whisky, non torbato, più leggero, più blando rispetto al malt whisky. Non tarda pertanto a svilupparsi una nuova idea da parte dei commercianti scozzesi di vini e liquori. L'assemblaggio di una gamma di whisky di malto provenienti da diverse distillerie dislocate nelle varie regioni della Scozia ad alcuni whisky di grano. Il risultato è un nuovo whisky, diverso da ciascun componente: un prodotto eccellente se assemblato con tipi di whisky che si "sposano" bene. Fu Andrew Usher a presentare il primo blended whisky nel 1851 e solo nel 1860, con il decreto Gladstone, fu concessa la produzione su larga scala. Occorre sottolineare che l'assemblaggio di un numero considerevole di whisky differenti - fino a cinquanta - è opera di grandi esperti: i Master blender che, con il solo aiuto dell'olfatto, riescono a creare dei veri e propri capolavori. A partire dagli anni 1870 il blended whisky ottenne ampi riconoscimenti, prima a Londra e nelle colonie britanniche e, in seguito in tutto il mondo. Il blended whisky è il più importante distillato prodotto in Scozia ed è il whisky più distribuito al mondo. I grandi nomi di commercianti ed abili Master blender scozzesi sono legati ai propri prodotti: Citiamo tra questi Johnnie Walker, George Ballantine, Arthur Bell, John Dewar, James Buchanan. La capacità dei Master Blender, oltre a ben miscelare diversi whisky scozzesi, ancora oggi è quella di produrre un blended whisky di qualità e gusto costanti e garantiti nel tempo seguendo le caratteristiche dei whisky originali. Angelo Matteucci |